Quasi 20 anni fa (nel 2003), il regista ungherese Bence Fliegauf realizzò Forest (Rengeteg), presentato a Berlino nella sezione Forum. Cinque lungometraggi dopo, torna per la quarta volta alla Berlinale (di nuovo in concorso dopo l'Orso d'Argento vinto nel 2012 con Just the Wind) riprendendo idealmente il discorso “interrotto” con Forest: non a caso il suo nuovo film si intitola Forest - I See You Everywhere (Rengeteg - Mindenhol Látlak) e, come allora, tenta di catturare l'essenza dei rapporti umani.

Nel chiuso notturno di appartamenti diversi prendono vita sette “ipnotiche miniature”, realtà differenti l'una dalle altre, apparentemente innocue e via via sempre più intense fino a culminare in un caleidoscopio psicologico.

Forest - I See You Everyhere - cr. Ákos Nyoszoli, Mátyás Gyuricza
Forest - I See You Everyhere - cr. Ákos Nyoszoli, Mátyás Gyuricza
Forest - I See You Everyhere - cr. Ákos Nyoszoli, Mátyás Gyuricza
Forest - I See You Everyhere - cr. Ákos Nyoszoli, Mátyás Gyuricza

Un nonno che non parla: è ancora vivo? Un uomo che parla con un guardaroba: perché? Le persone assenti si insinuano alla stregua di fantasmi nelle esistenze e nelle conversazioni di coppie e famiglia.

Un’adolescente illustra ad un signore il discorso che ha preparato per l'indomani da portare a scuola, racconto minuzioso dell'incidente in cui perse la vita sua madre: l'uomo che ha di fronte è suo padre, che la ragazza ritiene responsabile di quanto accaduto.

Una ragazza vuole sapere perché il suo compagno ha prestato la sua macchina fotografica a una certa Anna, dando il via ad una serie di rivelazioni che riguardano il loro rapporto. Una madre discute con il figlio della sua ossessione per i giochi di ruolo. E via dicendo.

Quasi sempre senza stacchi di montaggio (elemento che rinforza la prova attoriale del corposo cast), con la camera a mano (e numerosi "schiaffi" all'interno della stessa sequenza) utilizzata tanto per avvicinarci emotivamente ad ogni dialogo/situazione quanto per rendere ancor più claustrofobico l'intero impianto, Fliegauf si interroga sulla possibilità d'incontro tra gli esseri umani, sfere difficilmente sovrapponibili, personaggi inconsapevolmente incastonati in un meccanismo più ampio.

Il regista Bence Fliegauf - cr. Natasa Kovalik

Realizzato con budget minimo, Forest - I See You Everywhere chiede molto, troppo allo spettatore, in termini di pazienza e attenzione, ma riesce ugualmente a restituire - anche grazie al notevole score musicale curato dallo stesso regista insieme a Tamás Beke, utilizzato nei raccordi tra una "storia" e l'altra - una malinconica suggestione, data soprattutto dalla ciclicità di un finale che regala un inaspettato spiraglio di luce.