Rinomato ingegnere cibernetico, Alex (Brühl) torna nella natia Santa Irene su richiesta della Facoltà di Robotica: i tempi sono maturi per la creazione del primo robot bambino. Assente da dieci anni, periodo durante il quale non ha più dato notizie di sé, Alex dovrà fare i conti con alcuni, notevoli cambiamenti: il fratello David (Alberto Ammann) ora vive con Lana (Marta Etura), sua ex, e la piccola Eva (Vega), di 10 anni.
E l'incontro con questa ragazzina “speciale” cambierà per sempre la sua vita.
Uomini e robot: l'inventiva dei primi e il grado ‘emotivo' dei secondi. “Cosa vedi quando chiudi gli occhi?”: se le cose si mettono male, basta far loro questa domanda e si spegneranno per sempre. E' un film che forse non racconta nulla di nuovo, questo dello spagnolo Maíllo, ma che tenta di porre ulteriori interrogativi sulla già battutissima strada, letteraria e cinematografica, dell'interazione uomo-macchina: partendo da un pregresso misterioso (perché Alex abbandonò tutti dieci anni prima?) e sviluppando il racconto lungo la linea di un incontro/epifania che segue le coordinate di un rapporto filiale, Eva unisce le suggestioni di ambienti nevosi e scenografie d'antan a quesiti ancora troppo difficili da risolvere. Finale coraggioso.