Destinazione Europa. L'italo-iracheno Haider Rashid porta alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes il suo nuovo film di finzione (realizzato otto anni dopo Sta per piovere e i due documentari Street Opera e No Borders, del 2015 e 2016).

Il giovane Kamal (Adam Ali) è scappato dall'Iraq per cercare di entrare nella "Fortezza Europa". Al confine tra Turchia e Bulgaria, mercenari locali cacciano ferocemente i migranti. Da solo nella foresta, Kamal ha tre giorni per fuggire.

Un'apnea lunga poco più di un'ora: il lavoro di Rashid, nato e cresciuto a Firenze da padre iracheno e madre italiana, restituisce in pieno l'angoscia, la paura, il senso di smarrimento, quell'a tu per tu costante con la morte che ogni migrante vive sulla propria pelle.

 

Kamal sta provando a raggiungere l'Europa a piedi, lungo la cosidetta "rotta balcanica": catturato dalla polizia di frontiera riesce a fuggire, nascondendosi dentro un'interminabile foresta, un luogo dove le regole e le leggi non esistono più.

Europa - coproduzione italiana che arriverà nelle sale con I Wonder Pictures - è un survival movie che mette lo spettatore nelle stesse condizioni del suo protagonista: una mezza soggettiva asfissiante e cupa, vissuta nel buio di un mondo dove "restare umani" sembra non essere più contemplato.

Dedicato alle sue nonne, Anna e Nazahat, il film di Haider Rashid si chiude con un cartello a sfondo nero che raccoglie la testimonianza di un migrante afgano, Khamran Khan: "Abbiamo attraverso la Bulgaria a piedi, per cinque giorni e cinque notti. Soprattutto le notti, attraverso le foreste, per paura di essere arrestati. All'inizio il gruppo era molto più numeroso. Abbiamo perso molti di loro in Bulgaria: si sono persi nel buio. Non sappiamo dove siano e se siano ancora vivi".