Ormai è chiaro: a Shawn Simmons i giovani antieroi della provincia americana piacciono moltissimo. Lo preannunciava, con rabbia e umorismo nero, la miniserie Wayne, esclusiva YouTube Premium, prodotta da Rhett Reese e Paul Wernick, sceneggiatori, tra le altre cose, di Benvenuti a Zombieland e Deadpool. Lo conferma, con tenacia e intrattenimento sregolato, l’esordio al lungometraggio Eenie Meanie, disponibile su Disney+ a partire da mercoledì 22 agosto.

Sulle tracce del cinema dei Coen – quando ancora erano fratelli –, dell’acclamato Baby Driver di Edgar Wright e, ancora, dell’Heist movie provinciale e minore La truffa dei Logan di Steven Soderbergh, Eenie Meanie palesa una volta per tutte l’impronta stilistica di Shawn Simmons: sospesa tra citazionismo appassionato e inquieta osservazione di un realismo crudo, dentro e oltre l’immediato. Anche questa volta c’è chi vorrebbe sfuggire alle sorti avverse del destino criminale e della disfunzionalità familiare, senza però riuscirci, scendendo tristemente a patti con le leggi (non scritte e crudeli) dell’America degli ultimi, rinunciando – o forse no? – all’amore e all’ipotesi ultima della salvezza.

Eenie Meanie © 2025 20th Century Studios. All Rights Reserved.
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(L-R) Karl Glusman as John and Samara Weaving as Edie in 20th Century Studios' EENIE MEANIE. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2025 20th Century Studios. All Rights Reserved. (20TH CENTURY STUDIOS)

Accade alla giovane Edie (Samara Weaving, sempre più insozzata di sangue e mai timorosa dell’audacia e della spigolosità dell’antieroina) di scoprire una gravidanza indesiderata solo al termine di una violenta rapina in banca. Quella in cui lavora da qualche tempo, poiché ormai distante dal sottobosco criminale di Cleveland, che l’ha generata e plasmata, per poi disconoscerla, senza mai dimenticarla. Al contrario di Edie, l’ignaro padre del bambino, John (Karl Glusman), non ha mai desiderato condurre una vita di tranquillità e rispetto delle regole, pur consapevole dei rischi e dell’efferatezza sregolata del mondo cui entrambi sono appartenuti – e, in qualche modo, tutt’ora appartengono. Infatti, quando i due si ritrovano e l’amore, così come la verità e il caos, inevitabilmente riaffiorano, il telefono di Edie squilla nuovamente. All’altro capo della linea, il passato e la violenza che sembrava averla dimenticata. Per salvare sé stessa, il bambino e John, dovrà rimettersi al volante e portare a termine un ultimo colpo. Ma a quale prezzo?

Eenie Meanie © 2025 20th Century Studios. All Rights Reserved.
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Karl Glusman as Johnin 20th Century Studios' EENIE MEANIE. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2025 20th Century Studios. All Rights Reserved. (20TH CENTURY STUDIOS)

Il cinema di Simmons torna a fare luce sulle complessità sociali e politiche di quell’America white trash, raccontata con forza da autori quali William Friedkin, John Wells, David Gordon Green e David Mackenzie, rivolgendo in particolare lo sguardo a The Town di Ben Affleck. Laddove criminalità e romanticismo s’incontrano e scontrano e si rivela l’impossibilità della salvezza e, con essa, l’estraneità totale alle leggi della violenza: quelle che hanno reso quegli uomini e quelle donne ciò che effettivamente sono e resteranno sempre. Leggi, dunque, impresse nella memoria e nei cuori ormai gelidi, segnati dal dolore e dall’accettazione dell’abbandono. Lo sa bene Edie che, pur amando, osserva inconsciamente la spietatezza appresa dal passato: la medesima che controlla, se non addirittura impedisce, le effettive conseguenze del sentimento.

Eenie Meanie © 2025 20th Century Studios. All Rights Reserved.
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Samara Weaving as Edie in 20th Century Studios' EENIE MEANIE. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2025 20th Century Studios. All Rights Reserved. (20TH CENTURY STUDIOS)

Trattandosi, però, di una scrittura (quasi) interamente caustica, irriverente e pop – in produzione, ancora una volta, gli autori di Deadpool –, Eenie Meanie non sprofonda mai realmente nel dramma. Resta ancorato a una linea sottile che lega tra loro rom-com criminale, commedia nera e heist movie. Nonostante un impianto visivo chiaramente retrò e ormai abusato – Simmons torna a un certo cinema action anni ’80 e ’90, dalla fotografia a grana grossa – il film offre un intrattenimento sregolato e liberatorio, che non fa sconti a niente e nessuno, prendendosi gioco con forza del politicamente corretto e, di riflesso, della pacata osservazione odierna di alcuni ruoli, volti e corpi ben precisi, ormai sotto la lente dei nuovi diktat dei grandi studios. Un potenziale spin-off del Baby Driver di Edgar Wright, sulle orme di Elmore Leonard e Joe R. Lansdale. Quando il pulp sa parlare!