Una meningite fulminante all’età di quindici anni che le ha restituito un corpo segnato, o come lei dice “con qualche pezzettino in meno”. Dalla malattia al successo: Veronica Yoko Plebani è un’atleta della nazionale paralimpica di Triathlon, nonché ambasciatrice di un nuovo modello di bellezza. Protagonista di Corpo a Corpo, il bel doc presentato ad Alice nella Città, che racconta la storia di questa giovane della provincia di Bergamo e dei suoi sogni per una medaglia a Tokyo nel 2020 (realizzato quest'anno alle paralimpiadi dove ha vinto il bronzo).

Opera prima di Maria Iovine, regista di Caserta che già in precedenza si era distinta per la sua attenzione al mondo femminile con il suo corto In Her Shoes, con il quale vinse nel 2017 il Premio Zavattini per il soggetto, questo doc, grazie a questa storia toccante, capovolge il tradizionale canone di bellezza.

Veronica Yoko Plebani in Corpo a corpo

Nell’epoca dei filtri su Instagram e di Tik Tok, Veronica, senza filtri e senza alcuna vergogna, si mostra per quel che è: con la sua cicatrice in faccia, con la sua pelle segnata dalla malattia e con le sue protesi. Ed è bellissima. Si racconta tra allenamenti e uscite con le amiche, tra battibecchi con i genitori e una tesi di laurea in scienze politiche sulle donne e lo sport. Ne esce fuori la sua forza (“La cicatrice mi piace. Mi danno più fastidio le occhiaie”, “Ad oggi ho fatto una vita ricchissima e ho potuto avere un impatto positivo con la mia esperienza sulle altre vite”) e anche la sua fragilità.

Prodotto da Angela Prudenzi e Alfredo Fiorillo, L’age d’or con il sostegno del Mibac e di Siae nell’ambito dell’iniziativa “Per Chi Crea”, questo ritratto femminile merita davvero di essere distribuito al cinema e soprattutto di essere visto anche dai ragazzi nelle scuole per il suo bel messaggio di inclusività.