Cinque anni dopo aver sorpreso con Il cittadino illustre, Gastón Duprat e Mariano Cohn tornano in gara a Venezia con Competencia Oficial (Competizione ufficiale, per l’appunto).

E, ancora una volta, considerando anche il più recente Il mio capolavoro (nel 2018 sempre al Lido, ma Fuori Concorso, diretto in quel caso solamente da Duprat), declinano in commedia arguta la riflessione sull’essenza dell’arte, sull’atto creativo che trova nella profondità e nella vacuità della recitazione il culmine di un discorso che ormai identifica in maniera riconoscibile la cifra stilistica dei due sceneggiatori e registi argentini.

Che ritrovano l’allora cittadino illustre Oscar Martinez (premiato con la Coppa Volpi nel 2016) e gli affiancano due star internazionali come Antonio Banderas e Penélope Cruz. Quest’ultima è Lola Cuaves, affermata regista, assoldata da un anziano magnate deciso a lasciare un segno tangibile della sua esistenza producendo un film tratto da un romanzo di un premio Nobel, Rivalidad, storia incentrata sul conflitto tra due fratelli, Pedro e Manuel.

Competencia Oficial @samantha lopez
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Per interpretarli vengono ingaggiati Iván Torres e Félix Rivero, due attori agli antipodi, grande maestro dell’arte recitativa il primo, uomo incapace di scendere a qualsiasi compromesso e con una concezione dispregiativa del pubblico inteso come massa, divo internazionale l’altro, idolo delle folle e naturalmente ammantato di una superficialità nei confronti dell’esistenza da brividi.

Ed è proprio su questa profonda dicotomia “reale” che la regista vuole costruire il rapporto di “finzione” tra i due protagonisti. Ospitati nel gigantesco dedalo degli uffici della Fondazione Suarez, i tre artisti si incontreranno più volte per le letture della sceneggiatura e le prove antecedenti le riprese. Un gioco al massacro che avrà risvolti non solo sulla realizzazione finale dell'opera.

Film di scrittura sopraffina (di mezzo c’è anche il solito Andrés Duprat) e imperniato su tre prove attoriali maiuscole, Competencia Oficial è legato a doppia mandata con Il cittadino illustre, in primo luogo per le affinità sin troppo evidenti tra il personaggio dell’attore impegnato e dello scrittore che rifiutava il Premio Nobel (con Martinez che stavolta, davanti lo specchio, si offre in un monologo in cui immagina di rifiutare l’Oscar davanti alla platea dell’Academy), in secondo luogo per il rimando al romanzo di partenza (anche lì, guarda caso, si parlava di gemelli, uno con la barba, l’altro no…), ma soprattutto per il reiterato gioco del ribaltamento costante tra realtà e finzione che segnerà in modo irrimediabile questa competizione ufficiale tra i due interpreti maschili.

Competencia Oficial @manolo pavon
Competencia Oficial @manolo pavon
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Portati all’estremo dalle prove a volte folli che Lola pretende compiano, entrambi facce antagoniste di una stessa medaglia che – a conti fatti – possono tranquillamente sovrapporsi scambievolmente senza modificare l’ordine degli eventi.

Abbastanza denotativo nel suo sviluppo finale e per certi versi debitore di uno sguardo compiaciuto nella costruzione di ambientazioni geometricamente asettiche à la The Square di Ruben Östlund, il film regala indubbio divertimento ma non la stessa, indelebile sensazione di compiutezza che Il cittadino illustre riuscì a restituire.