Gina (Blake Lively) è cieca e dipende totalmente da James (Jason Clarke). Ma un intervento rivoluzionario le restituisce parzialmente la vista e la possibilità di scoprire il vero volto del marito.

Thriller esistenziale afflitto dai vizi (di forma) di Stay, Chiudi gli occhi è un delirio estetico che naufraga un matrimonio.

Pensato su due livelli, quello che si vede e quello che si sente, il nuovo film di Marc Forster rielabora temi e stilemi hitchcockiani: il gioco delle apparenze, il rapporto di coppia, il riaffiorare del passato, il passaggio necessario attraverso le tenebre per rivedere (letteralmente) le stelle.

Il recupero della vista rivela alla protagonista le forze negative nascoste ma operanti nel suo mondo, ridotto al suo matrimonio. Gina comincia e finisce in James ma poi il perturbante invade lo spazio domestico e porta alla luce le tensioni nascoste sotto le apparenze tranquille.

La progressione verso la luce e la verità del sé avviene per tappe, soggettive flou, narrazione esplosa, imponendo allo spettatore un’esperienza sensoriale fastidiosa.

Gli sforzi sono sempre encomiabili quando conducono al sublime ma qui l’esasperata cura formale finisce per sabotare i meccanismi della suspense e i segreti fatali covati sotto la cenere.