Qualcuno diceva che diciott’anni sono pochi per promettersi il futuro, ma evidentemente Andrew non era di questo avviso quando, poco meno che adolescente, si dichiarò a una trentenne, senza rendersi conto della questione anagrafica. Parte così, con un flashback che mette subito in campo uno dei temi della storia (la travolgente vocazione romantica del protagonista), Cha Cha Real Smooth, opera seconda del venticinquenne Cooper Raiff.

Che, oltre a esserne l’autore, è anche il protagonista di un film che, come molto cinema indie, somiglia a tanti altri esemplari del filone, non svela verità inaudite riuscendo tuttavia a essere teneramente autentico, sapientemente empatico. Un racconto di formazione, certo, che misura l’umorismo all’altezza della malinconia, con un personaggio che è crocevia di una tradizione senza piegarsi al dovere dello stereotipo o alla pigrizia della figurina.

Neolaureato, Andrew (che ha tre anni in meno del suo interprete) non sa bene cosa vuole dalla vita, quindi continua a vivere con il fratellino, la madre bipolare (la sempre brava Leslie Mann, che porta in dote l’universo emotivo di Judd Apatow) e il rigido nuovo compagno di quest’ultima (Brad Garrett).

Poiché vuole mettere da parte un po’ di soldi per raggiungere la fidanzata a Barcellona, si inventa un lavoro: diventa ballerino motivazionale ai bar e bat mitzvah dei compagni di classe del fratello, spingendo i timidi ragazzi e i loro genitori sbronzetti a farsi trascinare dalla musica. In una di queste occasioni, si avvicina ovvero s’innamora di Domino (Dakota Johnson, folgorante nella sua tristezza addomesticata), giovane madre che cresce da sola la figlia autistica.

È comodo prendere sottogamba un film come Cha Cha Real Smooth, che sin dal titolo chiede allo spettatore di seguire un passo lento, anzi liscio. Comodo perché corrisponde alle marche tipiche di un filone ormai istituzionalizzato, che raramente offre sorprese, appollaiato sulle spalle di chi ha segnato il terreno prima (Noah Baumbach, per fare un nome, ma qui la referenza più evidente sembra il lontano e bellissimo La mia vita a Garden State di Zach Braff).

Cha Cha Real Smooth ® AppleTv+
Cha Cha Real Smooth ® AppleTv+
Cha Cha Real Smooth ® AppleTv+
Cha Cha Real Smooth ® AppleTv+

E invece proprio perché guarda a una tradizione con consapevolezza Raiff dimostra lungimiranza e acume nel dare spessore e respiro a una commedia drammatica che non rinuncia alla complessità. Una storia dominata da un personaggio davvero in fieri, un outsider fotografato nel tumulto allegro della sua formazione, goffo eppure carismatico, ironico ma non sarcastico.

E per di più colto in un turbinio che comprende, nell’ordine: un amore che come ogni amore vale una vita intera; una strana amicizia – quella con Lola – che in altri film sarebbe stata fulcro apatico e qui invece completa il profilo umano di Andrew; una fratellanza sentita che evita uno sterile confronto generazionale privilegiando aspetti più concreti (confidenze, conforti, schiettezze, affettuosità); un rapporto madre-figlio a tratti commovente perché visto nel momento in cui si annuncia una probabile staffetta in tema di accudimento.

Un film sincero e profondo, forse un po’ diseguale nell’andamento, ma con una ricchezza tonale che fa piacere riscontrare nel lavoro di un venticinquenne, capace di rendersi autonomo e dialogare con lo spettatore. Con una splendida parte finale, che alla conclusione più prevedibile fa seguire una coda se possibile davvero struggente pur preservando la fiducia nelle infinite possibilità del futuro (“I miei ricordi non svaniranno”). Premio del pubblico al Sundance 2022, acquistato da AppleTV+ (che tra le piattaforme è sicuramente la più parca nell’acquisto di contenuto, ma anche l’unica ad aver vinto l’Oscar al miglior film grazie a CODA…).