A morte l'horror! Evviva la romantic-comedy! No, non ci siamo bevuti il cervello, ma se anche un cultore del filone come Joe Dante alza bandiera bianca forse dovremmo arrenderci anche noi.
Il regista dei Gremlins si unisce al de profundis già intonato da illustri colleghi come Craven, Carpenter e Raimi e ci regala un horror che, preso atto della morte dell'horror, si mette a farne la parodia: la zom-com.
Cosa tra l'altro che riesce benissimo al suo Burying the Ex - presentato fuori concorso al Lido - in cui sbarazzarsi di una fidanzata appiccicosa non è facile, ma diventa assai più complicato se diventa uno zombie. Prima di finire schiantata contro un autobus, Evelyn (Ashley Greene) era solo un'ecologista romantica e rompiscatole, convinta di avere trovato in Max (Anton Yelchin) l'uomo dei sogni. Lui invece, da onnivoro dell'horror e da estimatore di carne, latticini e derivati, si è già convinto a mollarla, forte anche dell'incontro con Olivia (Alexandra Daddario), una cultrice del terrore come lui. In suo soccorso arriva un pullmann, ma lasciare Evelyn non è facile e la donna tornerà dal regno dei morti per riprendersi il suo uomo.
Equivoci, omaggi e gag senza soluzione di continuità per un congedo dal genere che Dante dirige con la consueta maestria e l'intelligenza metatestuale di sempre.
Immutato è l'affetto per il b-movie (dal Bacio della pantera a Ho camminato con uno zombie) e per i padri del filone (dal leggendario produttore Van Lewton al genio Romero), conclamata la fine di un genere che Hollywood ha seppellito preferendogli teen-movie decerebrati e stupide love-story: Dante lo certifica attraverso un dispositivo simbolico schietto ed efficace, in cui la minaccia dello zombie è solo passeggera mentre l'amore - con tanto di anello! - trionfa.
Tutto perfetto, gradevole, già visto e un po' futile.Continuare a vedere i maestri del genere portare fiori alla tomba del'horror è diventato uno strazio. Qualcuno la riapra, piuttosto.