Donne che spiano il mondo, nascoste, autorecluse. Le stanze dei domestici di un'antica casa abbandonata nell'aperta campagna tunisina sono da tempo dimora non registrata di Aicha (Hafsia Herzi), Radia (Sondos Belhassen) e della loro madre. Un angolo della percezione visiva da cui si osserva l'esterno, ma da cui, senza accorgersene, si rischia di passare parecchio inosservati. Le tre donne passano intere giornate al buio di angusti e spartani seminterrati. A volte fanno capolino per staccare qualche ramo di menta dal giardino; altre arrivano direttamente in città per fare la spesa o vendere tessuti lavorati a mano. L'atmosfera "casalinga" in Buried Secrets è delle peggiori. La gerarchia familiare (mamma sui sessant'anni, Raida sui trenta-quaranta, Aicha nemmeno ventenne) è rigida e oppressiva. La vita quotidiana è il simulacro di un carcere rieducativo, tanto che Aicha viene legata al letto per la sua esuberanza e punita perché si rade di nascosto i peli delle gambe. L'importante è che l'alleanza tra Radia e la madre faccia crescere Aicha rendendo intoccabili i tabù sui più basilari caratteri della sfera emotiva, come i sentimenti amorosi o la necessità di incontrare il prossimo e socializzare. L'impostura regge fino all'arrivo di una coppia di giovani amanti benestanti che lentamente si reinstalla nell'abitazione. La curiosità di Aicha e il sospetto dalla partner di Ali, il proprietario della casa, alimenteranno un incontro/scontro, emancipazione di genere, abbattimento di barriere materiali, d'inaspettata violenza. Raja Amari torna dopo sette anni al lungometraggio per esplorare con matura accortezza la negazione dei più intimi desideri di un gruppo di donne, traendo supporto dalla classica e limpida fotografia del decano Renato Berta e da un'interpretazione fisicamente robusta dalle quattro interpreti. La mano sicura di Amari la si rileva proprio quando l'analisi dello spazio, dell'ambientazione, dell'esteriorità del set si riversa con tutta la sua forza, il suo mistero, la sua abissale e ancestrale profondità nell'interiorità delle protagoniste. Aicha è interpretata da Hafsia Herzi già premio Mastroianni a Venezia 2007 per Cous cous.