Potrebbe piacere ai fratelli Coen, piacerà agli amanti del cinema coreano e, ancora, a quelli del thriller a incastri. Disponibile sulla piattaforma FareaStream, è Beasts Clawing at Straws (“Bestie che si aggrappano a tutto”), opera prima scritta e diretta da Kim Yong-hoon, a partire dall’omonimo romanzo (2011) del giallista giapponese Keisuke Sone.

Nel cast la splendida e temibile Jeon Do-yeon, il divo Jung Woo-sung, Youn Yuh-jung, Bae Seong-woo, Shin Hyun-bin, Jung Man-sik, Jin Kyung e Jung Ga-ram, è stato al 49° Festival di Rotterdam esattamente un anno fa, il 25 gennaio 2020, vincendo il premio speciale della giuria nella Tiger Competition.

Genere crime con concessioni al comico e, perché no, all’esistenzialista, il film inquadra Joong-man, non più giovane uomo, e l’inaspettata via di fuga da un lavoro modesto e una madre proterva: nella sauna in cui è impiegato trova un borsone zeppo di soldi. Nel frattempo, Tae-young, un addetto doganale, cerca un allocco da spennare per poter ripagare il proprio debito al boss Mr. Park, e Mi-ran, una escort picchiata dal marito, trova in un cliente innamorato una possibile svolta. Tutti e tre i personaggi si troveranno progressivamente in pericolo, con la potenziale salvezza che può mutare in condanna a morte: chi riuscirà, anzi, chi ce la farà?

Suddiviso in sei capitoli segnalati da altrettanti cartelli: Debt, Sucker, Food Chain, Shark, Lucky Strike e Money Bag, Beasts Clawing at Straws è girato con snella eleganza, offre immagini di pittorica, financo estatica bellezza, che traggono linfa dalle luci nel buio e ha un intento sensualizzante, gambe, piedi, bocche, sul versante femminile che non passa di certo inosservato. Per il resto, affastella cliché uno dietro l’altro, senza peraltro un’univoca consapevolezza: ci fa o ci è, insomma, il buon Kim Yong-hoon?

Jeon Do-yeon

Dalla prostituta (finto)ingenua alla dark lady scaltra e ferale (Jeon Do-yeon, la più brava di tutte) dal killer bondiano e, forse, cannibale al bellone in disgrazia, i caratteri sono perfino bolliti –  o al massimo hard-boiled, se preferite – ma la ricetta, pur trita, non lascia l’amaro in bocca, al contrario la forma è degna del cinema oggi, e non da oggi, più bello a vedersi. E da vedere: piccoli Bong Joon-ho crescono?