Barba lunga e sguardo allucinato. Pare Robinson Crusoe, ma è Michael Douglas in una delle migliori performance della carriera. Uomo di mezza età affetto da sindrome bipolare e incontenibile gioia di vivere. Dimesso da un istituto psichiatrico, torna dalla figlia Miranda (Evan Rachel Wood), orfana di madre e armata di buona volontà, necessaria a mandare avanti la baracca. Se era vita grama, ora è rischio crollo. Accade invece che lo stravagante padre convinca la figlia dell'esistenza di un tesoro nascosto nelle segrete di un grande magazzino, e che alla fine della caccia a venire ritrovata sia proprio l'unità familiare. La Wood, troppo compassata, non è degna spalla del protagonista ma anche così Alla scoperta di Charlie mantiene il fascino di una commedia eccentrica sulla necessità di capirsi senza rinunciare ai sogni. Più di una suggestione da La tempesta di Shakespeare, che l'esordiente Cahill metabolizza senza drammi, intonando anzi un'opera sognante come un diario, ben fotografata, e punteggiata da uno score che mixa Jolie Holland e svagatezze musicali varie. Umorale più che narrativa. Leggera anche nella morale di fondo: che non sempre i matti sono da manicomio, né i tesori tutti quanti sepolti.