“Non so che fare di Act of Valor. E' come recensire un manifesto di reclutamento”. Non potrebbe aver detto meglio il critico di Rolling Stone Peter Travers, e non c'è molto altro da dire. Scritto dallo sceneggiatore di 300 Kurt Johnstad, diretto da Mike “Mouse” McCoy e Scott Waugh, due ex stuntmen prestati al cinema action-sportivo, Act of Valor ha il merito - lo è? - di reclutare nel cast dei veri Navy Seals, ma tanto le loro azioni sono chirurgiche, ben pianificate e risolutive quanto il film va nella direzione opposta: se c'è adrenalina, manca la storia, se c'è parossismo, manca la testa.
E prendiamo in prestito le parole di un altro critico, Tim Robey del Daily Telegraph, che stigmatizza come il film "sia, quasi senza vergogna, un video per reclutare futuri Seals, ma speriamo che il possesso di una PlayStation 3 non sia l'unico requisito per l'arruolamento”. Insomma, cinema di pura propaganda stelle & strisce: se poi consideriamo che la cattura di Bin Laden è propria avvenuta per mano dei Seals, l'ordine “armatevi e partite” suona ancora più stentoreo.
Eppure, non tutto il male vien per nuocere: a dicembre sugli schermi Usa arriverà il film di Kathryn Bigelow - The Hurt Locker, casualmente, è il “vorrei ma non posso” di Act of Valor - proprio sulla cattura di Bin Laden, e forse vedremo davvero di che pasta sono fatti i Seals. Non che Act of Valor dica poco e male al riguardo, ma l'oleografia militarista incombe e offusca il ritratto, nonostante la fotografia guerrilla-style di Shane Hurlbut (Terminator Salvation), la coreografia dei combattimenti e l'editing action-tamarro di Waugh e Michael Tronick (Mr. & Mrs. Smith) sortiscano qualche buon effetto.
Ma, ammesso interessi a qualcuno, che racconta Act of Valor? Si parte da un team di Seals chiamati a  liberare un agente Cia (Roselyn Sanchez) in Costa Rica e si finisce sullo scacchiere dell'apocalisse: dovranno disinnescare una gigantesca operazione terroristica sul suolo degli Stati Uniti, affidata a kamikaze con giubbotti farciti di esplosivo gel e palline di ceramica. Ce la faranno secondo voi? Il loro motto - It Pays to be a Winner - dice molto, anzi, dice tutto.
PS: le relazioni tra i Seals e le loro foche rimaste a casetta non è solo ispirata dal più bieco e pacifico machismo, ma aggiunge un altro registro ad Act of Valor. Quello comico.