IL FALCO ROSSO

ITALIA 1949
In Italia, all'epoca della dominazione normanna, un principe straniero ha usurpato il possesso d'un feudo, costituendo un regime di violenza e d'oppressione. Un giovane duca, figlio del legittimo signore, rientralo in patria dopo la morte del padre, decide di battere l'usurpatore con l'astuzia. Egli viene dall'estero, dove ha compiuto gli studi e si spaccia per un poeta greco: in tale veste viene ospitato al castello avito, dove l'usurpatore ha stabilito lo propria residenza. Per raggiungere i suoi fini, il giovane duca inizia una duplice esistenza: mentre al castello egli è il fatuo poeta greco, nelle segrete spedizioni notturne crea il personaggio e il mito dell'audace "Falco Rosso", che con pochi seguaci, porta il terrore nelle file normanne. Una sera assale la scorta della promessa sposa dell'usurpatore, la rapisce e, senza averle torto un capello, la rimanda al suo promesso il giorno dopo. L'usurpatore, che non la crede più degna di sé, la costringe a sposare il poeta greco, che non è altri che il Falco Rosso. E' arrivata l'ora della resa dei conti...
SCHEDA FILM

Regia: Carlo Ludovico Bragaglia

Attori: Jacques Sernas - Ranieri D'Atri, Paul Müller - Barone Goffredo, Tamara Lees - Clotilde Di Tuscolo, Victor Ledda - Il Conte Tuscolo, Carla Calò - Marfa, Pietro Tordi - Demetrio, Ugo Sasso - Pietro, Piero Palermini - Gilberto, Gemma Bolognesi - Berta, Anna Di Lorenzo - Rosalinda, Nino Javert, Arturo Bragaglia, Renato Valente

Soggetto: Bruno Valeri

Sceneggiatura: Vittorio Nino Novarese, Fulvio Palmieri

Fotografia: Carlo Montuori

Musiche: Franco Casavola

Montaggio: Mario Sansoni

Scenografia: Alberto Boccianti

Costumi: Vittorio Nino Novarese

Altri titoli:

LE FAUCON ROUGE

Durata: 87

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Produzione: RAFFAELE COLAMONICI E UMBERTO MONTESI PER FORUM FILM

Distribuzione: BRIGUGLIO FILM

CRITICA
"E' incredibile che in un epoca come la nostra possano essere ancora proiettate pellicole come questa diretta da Bragaglia: eppure bisogna arrendersi all'evidenza. L'intero film è un impasto di dilettantismo e insipienza cinematografica che non riesce nemmeno a centrare il ridicolo. Gli attori hanno recitato conformemente al livello della pellicola, con supremo sprezzo della loro reputazione". (F. Gabella, "Intermezzo", n. 7 del 15/4/1950)