Asterix conquista l'America

Asterix in Amerika

GERMANIA 1994
SCHEDA FILM

Regia: Gerhard Hahn

Soggetto: René Goscinny, Albert Uderzo

Sceneggiatura: Rhett Rooster, Thomas Platt

Fotografia: Thorsten Falke, Barry Newton

Musiche: Harold Faltermeyer

Montaggio: Ulrich Steinvorth, Ringo Waldenburger

Effetti: Robert Byrne, Michael Ekbladh, Gregor Lakner

Durata: 85

Colore: C

Genere: ANIMAZIONE

Tratto da: fumetti "La Grande Traversée" di René Goscinny e Albert Uderzo

Produzione: EXTRAFILM

Distribuzione: FOX

NOTE
- REVISIONE MINISTERO GIUGNO 1995
CRITICA
"I personaggi di Goscinny e Uderzo piacciono talmente ai francesi che i film a cartoni animati ispirati a loro li girano in Germania e li ambientano in America... Qui approdano Asterix, il suo fedele Obelix, guerriero forte e ottuso, e Panoramix, druida rimbambito o quasi, mentre i Romani assediano un villaggio della Gallia. E che vogliono privare dello scalpo Asterix & C. però l'uso dello scotennamento non è dei pellirosse, ma dei coloni bianchi: gli indiani lo adottarono solo per vendetta. Ma non è di certe finezze che vivono le storie scioviniste fatte per consolare i francesi del fatto che duemila anni fa non contavano niente. I bambini italiani, vedendo i Romani comportarsi da stupidi sfaticati, che parlano il dialetto della Roma di oggi, possono farsi un'idea dell'opinione che i bambini francesi si fanno del nostro popolo." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 20 giugno 1995)

"Nessuno potrebbe immaginarlo assistendo alla versione italiana di 'Asterix conquista l'America', ma di fronte all'edizione originale c'è da cadere dalla sedia. Dopo sei disegni animati, dal '68 a ieri, in cui la voce di Asterix è stata quella di Roger Carel, qui prende il suo posto tale Peer Augustinski: e questa volta il piccolo e indomito resistente all'invasione della Gallia da parte dei Romani parla tedesco. Una bella differenza per un eroe così tipicamente francese da venir addirittura definito, nel 'Dictionnaire des personnages du cinema' di Gilles Horvilleur, 'coccardiere, nazionalista e ogni tanto ai limiti del razzismo'. (...) Piuttosto tirata per i capelli e infarcita dalle solite battute e controscene che gli amanti della serie ben conoscono, la storiellina è imbastita con dignità tecnica e può accontentare i bambini. Almeno in Germania è successo così, totalizzando un incasso competitivo con i grandi film di Walt Disney." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 26 giugno 1995)

"Qualche trovatina qua e là non manca in questo film che rivela sorprendenti analogie con la 'Pocahontas' disneyana, ma si ride solo per qualche battuta in romanesco dei legionari di Cesare. Assolutamente demenziale poi il doppiaggio degli indiani d'America soprattutto dello stregone che parla lombardo come Bossi. Lo stesso Uderzo ammette che le due scenografe tedesche non hanno affatto compreso lo spirito dei personaggi. Inadatta anche la colonna sonora del gruppo Zouk Machine (preferito a Gerard Calvi, il bravo musicista dei primi sei film) che fa il verso a Disney spargendo melassa su quei personaggi abituati a divorare cinghiali e menare le mani per un nonnulla." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 18 giugno 1995)