Tutti sul carro dei vincitori. Non sono trascorse neppure 24 ore dalla doppietta italiana a Cannes, che i tradizionali panegirici del giorno dopo non si contano. Per Garrone e Sorrentino il Belpaese si unisce in un solo coro: bravi! I coristi hanno i nomi più svariati. Si comincia con gli istituzionali, con il Presidente di Cinecittà Holding Alessandro Battisti che ringrazia i due registi "per aver contribuito e confermato al Festival di Cannes la stagione felice e importante che il cinema italiano sta vivendo in questo periodo, a dispetto di chi recentemente ne aveva sentenziato la morte". E ha concluso con un invito alla politica: "Dopo questo successo in un Festival di rilevanza mondiale, l'augurio è che governo e opposizione consolidino il periodo vitale del nostro cinema sia attraverso il contributo e le risorse messe a disposizione dalla Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sia attraverso provvedimenti e interventi che rafforzino sempre più l'intera filiera cinematografica". Complimenti anche dal direttore generale della Rai, Claudio Cappon: "Questa è la dimostrazione che la Rai (che ha prodotto con Fandango Gomorra, ndr), in tutte le sue forme, è viva e vitale ed è ancora ampiamente capace di svolgere il suo ruolo di Servizio Pubblico e di rappresentare la realtà, anche quella durissima, quella che la gente vive ogni giorno. Credo che questo premio sia il giusto coronamento per chi, come i colleghi di RaiCinema, ogni giorno lavora fianco a fianco con le migliori risorse del nostro cinema dando loro la possibilità di esprimersi al meglio. Se il cinema italiano sta vivendo una nuova primavera di successi è anche e soprattutto merito della Rai". Nel complimentarsi con Garrone e Sorrentino "per la significativa affermazione dei loro film al festival di Cannes", l'Anac si augura "che torni ad essere premiato quel cinema d'autore, quell'impegno, quella ricerca e quella passione civile da sempre alla base dell'azione dell'associazione". Anche l'Associazione Art.21, per bocca del suo portavoce e parlamentare dell'Idv Giuseppe Giulietti, non lesina elogi alla rinascita del cinema italiano ("Chiunque ami il cinema italiano non può che essere felice") e aggiunge: "Ci auguriamo che questi riconoscimenti possano servire a superare vecchie polemiche e favorire finalmente un confronto a tutto campo, teso a promuovere la produzione, la distribuzione e la valorizzazione del cinema, dell'audiovisivo e del documentario italiani". Meno atteso è il commento è del Principe Emanuele Filiberto, che con la principessa Clotilde ha partecipato alle manifestazioni del Festival: "Questi due film sono la prova della rinascita del cinema italiano come espressione d'arte moderna ma anche come elemento di analisi e di proposta critica verso alcune realtà del Paese", ha dichiarato il rampollo della famiglia reale. Unica voce fuori dal coro? Quella di Andreotti ovviamente: "Il Divo? E' un film sulla mia vita, ma non necessariamente deve essere considerato attendibile da un punto di vista biografico".