“Noi tutti siamo sotto lo stesso cielo, eppure ognuno di noi ha un orizzonte diverso. E questo è lo scopo del dialogo”. E’ questo, secondo S.E. Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il senso più profondo della nuova edizione del Tertio Millennio Film Fest, rassegna della Fondazione Ente dello Spettacolo giunta alla 19ma edizione. Inaugurato da Papa Giovanni Paolo II nel 1997 (con la volontà, ricorda Mons. Franco Perazzolo, “che anche il cinema fornisse contributo significativo all’avvicinamento  del grande Giubileo del 2000, attraverso film che incarnassero valori profondi, che abitano la coscienza delle persone”) e realizzato con il Patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, che conta il sostegno della Direzione Generale Cinema MiBACT, il Festival – che avrà luogo a Roma dal 25 al 30 ottobre – si rinnova profondamente nel segno del dialogo interreligioso.

Prendendo le mosse dal “Cortile dei Gentili” del Pontificio Consiglio della Cultura, con l’intento di rendere la cultura una soglia d’incontro, spazio di dialogo tra credenti e non credenti, Tertio Millennio invita i rappresentanti delle religioni all’interno del Comitato di Selezione del Festival per sviluppare una proposta cinematografica nel segno della pace. Il dialogo interreligioso, come sottolinea papa Francesco, “è una condizione imprescindibile per la pace, e per questo è un dovere per tutti i credenti” (cfr. Evangelii gaudium, 250). Rappresentanti delle Comunità cattolica, protestante, ebraica e musulmana partecipano così alla progettazione del Festival insieme a personalità del mondo della cultura e dell’industria del cinema e dall’audiovisivo.

E proprio oggi, ospitati dal Pontificio Consiglio della Cultura, i vari rappresentanti si sono incontrati con S.E. Card. Gianfranco Ravasi: “Ritengo molto significativo che sia stato il Pontificio Consiglio della Cultura a convocare e ospitare questa pre-inaugurazione della rassegna - ha detto ancora Ravasi -. Riteniamo il cinema una delle grandi espressioni artistiche contemporanee e la nuova tipologia del festival Tertio Millennio vuole in qualche modo accompagnare questo incontro tra voci diverse, attraverso la presenza congiunta di culture, etnie ed espressioni religiose differenti: tutto questo, però, cercando in sede di selezione dei film di non lasciarsi tentare da un aggettivo, ‘religioso’, che finirebbe per cristallizzare l’intero discorso. Non vogliamo produzioni apologetiche, l’espressione spirituale si ottiene dalla qualità artistica dell’opera, basti pensare a cineasti come Pasolini e Bresson, capaci in maniera laica di raggiungere attraverso i propri film una carica trascendente”.

Saranno tre quest’anno le sale a disposizione del Tertio Millennio Film Fest, come ricorda il direttore della Fondazione Ente dello Spettacolo, Antonio Urrata: la Casa del Cinema a Villa Borghese, il Cinema Trevi, storica sala della Cineteca Nazionale - Centro Sperimentale di Cinematografia e la sala cinema dell’Ambasciata Argentina di Via Veneto.

“Un’iniziativa davvero lodevole, perché ritengo che ci siano cose che la teologia non riesca a dire, mentre l’arte sì. Il cinema può raggiungere ambiti poi che altre espressioni artistiche non raggiungono, grazie ad una specificità di comunicazione che, in un quadro come detto non apologetico e attraverso il coinvolgimento di diverse espressioni religiose, ci permette una forma di dialogo verso il quale forse ancora non siamo del tutto abituati”, dice il Prof. Fulvio Ferrario, Decano della Facoltà Valdese di Teologia. Al quale fa eco la Prof.ssa Shahrzad Houshmand, Docente di Studi islamici presso la Pontificia Università Gregoriana: “La comunità islamica non può non condividere questa iniziativa. Se non si lavora insieme per progettare un bene comune non è possibile costruire una casa comune: la nostra vita senza relazione è isola chiusa in se stessa, dobbiamo diventare costruttori di ponti per l'incontro tra popoli, proprio come invocato dal Papa. E le religioni, oggi più che mai, devono essere credibili in un mondo che soffre per le ingiustizie: bisogna fare di tutto per ritrovare l’essenza umana”. Del resto, condividere la propria cultura - come ricorda Sira Fatucci (Assessore alla Cultura del Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani) – “non può far altro che aiutare ad avvicinare i popoli, la gente: e il cinema, in questo, è una stella che illumina e che richiama intorno a sé l’attenzione di molti”. Significativo, poi, come questo nuovo corso del Tertio Millennio Film Fest avvenga proprio nel 120° anniversario dell’invenzione del cinema: “20 anni fa anche Papa Giovanni Paolo II, in occasione del centenario, ricordò l’importanza di questa straordinaria forma d’arte”, fa presente Padre Giovanni Epifani, dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana.

“Credere in Dio è sorgente di pace: vivere, vedere e raccontare. Proprio quello che fa anche il cinema. Per questo, mi auguro che il nuovo Tertio Millennio Film Fest rappresenti la reale occasione di dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale: per un reciproco ascolto, per ampliare le nostre conoscenze, per aumentare le possibilità di dialogo. E di condivisione” : questo, infine, l’augurio affidato ad una nota del presidente FEdS don Davide Milani, impossibilitato a presenziare l’incontro in quanto impegnato a Milano per la visita del Segretario di Stato Pietro Parolin all’Expo.