Dopo la storia segreta del cinema italiano e quella del cinema asiatico, la Mostra di Venezia dedica la maxi-retrospettiva della 63ª edizione del festival alla storia del cinema russo: 18 musical (compresi 10 restauri), che spaziano da film portanti per la cinematografia sovietica a opere condannate a giacere per lungo tempo negli archivi. L'annuncio è stato dato a Cannes dal presidente della Biennale Davide Croff e dal direttore della Mostra Marco Müller. Opere e autori del cinema popolare d'avanguardia russo, scarsamente o mai conosciute in Italia, verranno presentate da un gruppo di "padrini" d'eccezione, tra i quali Nikita Mikhalkov. "Come regista so quanto è difficile trovare un equilibrio fra il cinema del privato e il cinema epico - dice il regista -. Attraverso le canzoni il cinema sovietico ha raggiunto questo equilibrio, creando un cinema di immediata efficacia e aprendo la strada alle nuove possibilità stilistiche. L'insieme dei meravigliosi talenti: attori, registi, compositori, è stata e rimane la garanzia del fatto che i film non invecchiano. Splendide trovate registiche e splendide prove degli attori: prima di tutto, delle dive sovietiche". La scelta dei titoli in cartellone ha privilegiato, accanto alle due "colonne portanti" del musical russo (Grigorij Aleksandrov e Ivan Pyr'ev, entrambi allievi e collaboratori di Ejzenstein), le pellicole che sono state poco o mai viste persino in patria, come Cheriomushki di Gerbert Rappaport musicato da Dmitrij Shostakovich, o Salvate l'uomo che annega! di Pavel Arsenov, che costò al regista anni di silenzio forzato. Dal secondo dopoguerra i musical sovietici hanno conquistato l'attenzione degli studiosi stranieri, incontrando, in alcune rare occasioni, anche reazioni entusiastiche nelle loro proiezioni ai festival. La combriccola allegra di Grigorij Aleksandrov aveva trionfato a Venezia nel 1934. Solo un paio d'anni dopo l'uscita di questo film, il jazz (elemento portante del film di Aleksandrov, con la band di Leonid Utiosov) è stato messo all'indice in Unione Sovietica. Questo destino toccò anche agli sceneggiatori e ai direttori della fotografia di un altro film di Aleksandrov: Volga-Volga. Eliminati dai titoli di coda i nomi scomodi, i censori non poterono però eliminare alcuni protagonisti della cultura sovietica che fecero la loro apparizione nel film (tra tutti un nome: Solomon Mihoels), poi finiti nelle prigioni staliniste alla fine degli anni Trenta. Come data d'arresto della carica innovativa del musical sovietico si è scelto il 1974, l'anno della commedia di Andreij Koncalovskij (tra i "padrini" presenti al Lido). Un altro omaggio sarà reso a un altro "maestro invisibile" delle avanguardie storiche, Joaquim Pedro de Andrade, uno dei "padri" del Cinema Novo, il movimento che rinnovò alle radici la cinematografia brasiliana.