Al Ca’ Foscari Short Film Festival è di scena la Laguna. Il video-concorso “Francesco Pasinetti” ha raggruppato cinque cortometraggi su Venezia. Il primo corto animato La perla sotto i solchi dei giganti di Valeria Degli Agostini è un invito a riflettere sull’ambiente, alla cura del creato. Altra prospettiva è quella di Venice di Daniela Manzolli: una Venezia vista dagli “occhi degli insetti”, silenziosi ma sempre presenti.

Sara Tirelli, terza donna della rassegna, ha presentato invece Lies, spostando la visuale sull’acqua quale principio cardine della vita veneziana. Scorcio interessante è quello proposto nei corti di Anna Stocco e Giovanni Pellegrini. Addentrandosi nelle calli, si accede alle botteghe artigianali grazie a un progetto sponsorizzato da Confartigianato, con l’obiettivo di mantenere viva la passione per quest’arte, “perché chi conosce l’artigianato ama veramente la Venezia che vive”.

Al Ca’ Foscari è stato il momento anche del “Video-oke” che, per il secondo anno consecutivo, ha intrattenuto gli spettatori facendoli interpretare scene del grande cinema, applicando il principio del karaoke.

Sempre nella seconda giornata del Festival il Workshop Anymation, condotto da Davide Giurlando. Come da tradizione, si focalizza sull’aspetto dell’animazione e, in particolar modo, nella prima delle due giornate si è voluto portare alla luce la tematica delle regie doppie, quali collaborazioni influenti nel cinema animato. A seguire l’intervento con Rene Maurin sul New Slovenian Cinema che ha esposto la storia del cinema sloveno a partire dagli anni ’60 attraverso tre corti che testimoniano le tappe più salienti di questa evoluzione, favorita sicuramente dalla comunicazione tra scuole e dal supporto economico statale.

Sala piena per lo spettacolo “Reality-il film” di Steven Lippman dedicato a David Bowie.  Rimasto famoso anche per la comparsa in “Noi, ragazzi dello zoo di Berlino”, Bowie è nello spettacolo il protagonista di un’intervista decostruita, in cui domande e risposte non coincidono, creando un vero e proprio disorientamento percettivo nell’essere umano. Questa tecnica mette sicuramente in evidenza un percorso tra luci e ombre della sua personalità, intervallato da quattro canzoni.