La 77ma Mostra di Venezia è il primo grande festival cinematografico internazionale a tenersi “in presenza”. Molte le soluzioni introdotte dall’organizzazione: mantenere le distanze, mascherine in sala, red carpet protetto da un “muro”, body scanner per la misurazione della temperatura ai varchi di accesso, prenotazioni online…

Questo approccio ha ricevuto consensi dalla stampa estera e dagli ospiti che sono venuti al Lido. Sul Times del 7 settembre si leggono le parole di Tilda Swinton quando ha ritirato il premio alla carriera: “È bello vedere i vostri occhi! Vorrei ringraziare la nostra sublime Venezia, il più venerabile e maestoso festival cinematografico della Terra per aver alzato il suo vessillo anche quest'anno".

Scrive Kevin Maher, giornalista e critico cinematografico del Times: “La routine dello scanner è seguita da personale specializzato. Le mascherine sono obbligatorie ovunque, dentro e fuori le sale, e le proiezioni sono pattugliate dal personale del festival che si assicura che siano indossate correttamente”.

 

Tilda Swinton - Foto Karen DI Paola

Il New York Times del 4 settembre racconta di un Festival in cui il distanziamento sociale in sala diventa quasi un valore aggiunto: “C'è spazio per sgranchirsi le gambe, per monopolizzare i braccioli senza sensi di colpa”, spiega Eleanor Stanford. E il plauso va anche alla selezione dei film. “Un festival più libero e sciolto”, lo definisce il Times, “per l’assenza di Hollywood che sempre di più ha utilizzato Venezia come trampolino di lancio verso gli Oscar. Quest'anno la Mostra ha potuto respirare, e ha dato largo spazio alle donne, non solo attrici ma anche registe, che rappresentano quasi il 50% del concorso”.

Interessante è anche quello che si è potuto leggere su Greta Thunberg, paladina dell’ecologia, alla Mostra con il documentario I Am Greta. Scrive sempre Kevin Maher: “Thunberg si è unita alla conferenza stampa del festival dalla scuola, via FaceTime, e dopo 25 minuti ha salutato dicendo che doveva tornare in classe. Forse è stata la prima volta nella storia della Mostra del Cinema di Venezia che un protagonista ha preso commiato da un impegno mediatico per tornare alle lezioni. Ma questa non è stata una Venezia qualsiasi. Per citare Tilda Swinton, si tratta di una Venezia sublime”.