Diventa un film la vera storia dell'egiziano Abdurahman Khadr. Discendente di una delle famiglie più devote a Bin Laden, è diventato celebre nel 2003, a soli vent'un anni, dopo aver rivelato il suo ruolo di infiltrato tra i terroristi islamici detenuti a Cuba per conto dell'intelligence Usa. Ad acquistare i diritti per una trasposizione cinematografica della sua storia è stato il produttore americano Vincent Newman. I Khadr sono conosciuti molto bene dagli esperti dell'antiterrorismo: il padre di Abdurahman, Ahmed, era un alto esponente della rete di Al-Qaeda ed è morto due anni fa in uno scontro a fuoco con le truppe pachistane sui monti al confine con l'Afghanistan, mentre il fratello Omar è stato rinchiuso nella prigione militare di Guantanamo con l'accusa di aver assassinato un soldato statunitense. Anche Abdurahman ha trascorso alcuni mesi da recluso nel carcere di Camp Delta, ma - come racconterà il film - la sua fu una decisione studiata a tavolino, fin dal 2001 quando venne catturato dalle forze di coalizione e accettò di collaborare con la Cia. A tradire la sua copertura fu una telefonata alla nonna residente in Canada. Oggi Abdurahman non lavora più per i servizi segreti e vive nel paese nord-americano.