Al momento è l'unico italiano in competizione alla Mostra. Parliamo di Pranzo di ferragosto, opera prima del non giovanissimo Gianni Di Gregorio (59 anni), in gara alla 23esima Settimana Internazionale della Critica, che si terrà al Lido dal 28 agosto al 5 settembre. Si tratta di una commedia amara sulla vecchiaia con protagonista lo stesso regista nei panni di un uomo di mezza età che vive in una vecchia casa con la madre nevrastenica e tiranna. Grottesca, a tratti spietata questo commedia, basata sulla personale esperienza del regista, vanta uno sponsor d'eccezione, Matteo Garrone: "Sono stato costretto a produrlo - scherza l'autore di Gomorra - nessun altro produttore voleva prendersene carico, così alla fine son dovuto intervenire direttamente. E' un progetto al quale credo tantissimo e, a differenza dei miei, positivo e aperto alla speranza". Il coinvolgimento di Garrone è dovuto anche all'amicizia che lo lega a Di Gregorio. L'esordiente vanta già svariate collaborazioni con "il veterano Matteo" in qualità di aiuto regista e co-sceneggiatore dei suoi film. Per il resto, "la SIC conferma la sua vocazione di scoperta e promozione - sottolinea il Presidente del S.N.C.C.I. Bruno Torri - con un programma fatto esclusivamente di opere prime, pescate in giro per il mondo".
Oltre all'italiano Pranzo di ferragosto, saranno in competizione 6 anteprime mondiali provenienti da altrettanti Paesi, dalla Francia alla Bosnia Erzegovina, dalla Cina alla Turchia, dall'Afghanistan alla Malesia. "E' diventato sempre più difficile, nel mare magnum di rassegne e festival - commenta Francesco Di Pace, delegato generale della commissione di selezione - riuscire ad allestire un programma che come il nostro presenti film mai mostrati nel loro Paese d'origine. E' per questo che l'unico film già uscito nel suo paese, il norvegese Lonsj di Eva Sorhaug, che ci piaceva tanto ma avrebbe costituito solo una prima internazionale, sarà il film d'apertura, fuori concorso". Entrando con Di Pace nel dettaglio della competizione, è evidente quest'anno una preponderanza per la commedia e la voglia d'intercettare cinematografie meno battute. E' il caso ad esempio del bosniaco Cuvari Noci (Guardiani di notte) di Namik Kabil, "stralunata e laconica incursione nella notte di alcuni guardiani di un grande magazzino, radiografia condita di humor nero sui postumi della guerra nell'ex Jugoslavia", o di Kabuli Kid (Il bambino di Kabul) del regista afghano Barmak Akram, rifugiato in Francia dall'età di 15 anni, "viaggio di un tassista per le vie di una città distrutta dalle bombe, con un protagonista la cui positività ricorda quella dei personaggi di tanti film popolari italiani del dopoguerra". Spazio anche alla Malesia con Sell Out!, musical satirico sulla globalizzazione e sul degrado dei media firmato dall'esordiente Yeo Joonhan.
Quindi le conferme: "Dalla Turchia, che sta conoscendo una ventata d'innovativa creatività, arriva Iki Cizgi (Due linee), ritratto di coppia nella Istanbul contemporanea. Dalla Cina, tanto per cambiare, ancora un piccolo gioiello di regia e intensità narrativa, Huanggua (Cetriolo), che ci parla dei traumi quotidiani di personaggi spaesati fra la provincia e la città. Dalla Francia invece, arriva un documentario costruito come un film di finzione, sull'esempio di Entre les Murs di Cantet, ma ambientato in esterni, in un villaggio di campagna. L'apprenti (L'apprendista) di Samuel Collardey, emozionante storia di un ragazzino di 15 anni che ha decisio di diventare agricoltore e che mescola il suo apprendistato professionale con quello esistenziale".
Italiano anche il film di chiusura, fuori concorso, Pinuccio Lovero - Sogno di una morte di mezza estate del 28enne Pippo Mezzapesa che lo definisce "un finto documentario su un uomo che sogna da sempre di fare il becchino, e quando vi riesce non muore più nessuno".