A due anni dal trionfo de Il ritorno, un altro film russo "rischia" ora di portare a casa un importante riconoscimento alla 62ª edizione della Mostra del Cinema. E' Garpastum, opera seconda di Aleksey German Jr, figlio del celebre autore di Moy Drug Ivan Lapshin, in corsa per il Leone d'Oro. Il film, applaudito dalla stampa, racconta una storia di amicizia ambientata a San Pietroburgo, tra il 1914 e il 1918, e ispirata al racconto che di quegli anni ha reso il mitico calciatore russo Nikolaj Starostin nel libro "Il calcio attraverso gli anni". Protagonisti due amici legati dalla comune passione per questo sport, i cui sogni e ambizioni vengono disattesi con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. "Il calcio è una metafora - spiega il regista, che torna al festival a due anni dalla vittoria del Premio Luigi De Laurentiis per la migliore opera prima con The Last Train -. In un mondo come quello di oggi questo sport è una delle poche cose che resiste nel tempo, perché ci sono regole che rimangono inalterate, mentre tutto il resto può essere travolto dalla violenza e dalla distruzione". Nel ruolo dei protagonisti i due giovanissimi Danila Kozlovsky ed Evgeny Pronin: "Riuscire a trovare due interpreti per questo film è stata tutt'altro che un'impresa facile - racconta ancora German Jr -. Era impensabile addestrare due ragazzi per le riprese, servivano quindi degli attori che fossero non solo bravi, ma che avessero anche un certo talento in campo. Siamo stati fortunati, entrambi avevano già giocato a calcio in una squadra". C'è un certo parallelismo tra il gioco del calcio e quello che sta avvenendo nel cinema russo contemporaneo. "In Russia si stanno investendo molti soldi in maniera sbagliata - spiega il produttore e sceneggiatore Alexander Vaynshteyn - si imita il modello americano e troppa gente pensa prima di tutto a soddisfare le proprie ambizioni". Fino a non molto tempo fa "anche a noi dicevano che bastava copiare gli Usa - gli fa eco German Jr - poi due anni fa abbiamo scoperto che esiste una generazione di nuovi autori, come Andrei Zvyagintsev (autore del Leone d'Oro Il ritorno, n.d.r.), in grado di dialogare e abbiamo smesso di essere soli. Ora basta con l'estetica alla Mtv, sta rovinando il cinema".