"240 film: per tradizione, siamo molto generosi con il nostro pubblico, ma contemporanemente molto esigenti nelle scelte". E' questo il biglietto da visita della 24esima edizione di Torino Film Festival, in programma dal 10 al 18 novembre, nelle parole di Roberto Turigliatto co-direttore con Giulia D'Agnolo Vallan. "Proseguiamo nella nostra ricerca del nuovo cinema - dice Turigliatto - che è la vocazione originaria della manifestazione, e parallelamente percorriamo il passato recente con omaggi e retrospettive: è uno spazio utopico, in cui lo spettatore possa fruire un palinsesto ideale, tra passato e presente, modi e forme di cinema apparentemente distanti". Sono 12 i film del concorso, "una sezione che abbiamo potenziato e rilanciato - dice la D'Agnolo Vallan - con quattro prime mondiali, tre internazionali e due europee" e titoli quali il francese La vie privée di Zina Modiano, Flor da Baixa di Mauro Santini e Honor de cavalleria dello spagnolo Albert Serra. Il fuori concorso opsita invece i grandi maestri e i registi già affermati, quali Clint Eastwood che apre il festival con Flags of Our Fathers "il film di un settantaseienne girato con la freschezza di un giovanotto", Marie Antoinette di Sofia Coppola, Il labirinto del Fauno di Guillermo Del Toro, Klimt di Raoul Ruiz,  Juventude em marcha di Pedro Costa, Nacho Libre con Jack Black, Le prestige de la mort di Luc Moullet e Scream of the Ants di Mohsen Makhmalbaf e, quale evento speciale, Le flame del paradis di Luciano Emmer, parlato nel dialetto della Val di Non. "Fondamentale per noi - spiega la D'Agnolo Vallan - è il rapporto personale con i registi: a Torino ne arriveranno un centinaio, tra cui Nanni Moretti, Claude Chabrol, Guillermo Del Toro, John Landis, Walter Hill, Mike Garris, Dario Argento, Tonino De Bernardi, Luc Moullet e Pedro Costa. Tre le retrospettive: Claude Chabrol parte seconda, con il regista francese che festeggerà a Torino i 50 anni di carriera, dopo aver appena ultimato le riprese tra Lione e Lisbona del suo nuovo film, La femme coupée en deux; il catalano Joaquin Jorda, recentemente scomparso, e Robert Aldrich, l'autore americano "ponte di passaggio tra il cinema classico e gli anni '70 e '80, uno spirito indipendente a Hollywood" che verrà ricordato, tra gli altri, da Ernest Borgnine e Keith Carradine, interpreti de L'imperatore del Nord. Di Aldrich in anteprima europea verranno presentati la versione lunga de Ultimi bagliori di un  crepuscolo e la featurette The Greatest Mother of 'Em All. due saranno gli omaggi: a Piero Bragellini, figura cardine della scena underground italiana anni '60, scompraso negli anni '80 e pressoché dimenticato, e a Joe Sarno, autore della sexploitation newyorkese dall'alta ricerca formale, d'imprinting europeo. E ancora nella sezione Americana il nuovo western di Walter Hill Broken Trail, Bug di William Friedkin, Directed By di Peter Bogdanovich, documentario su John Ford visto da registi quali Hill e Scorsese, e in prima mondiale la seconda stagione dei Masters of Horror, diretti da John Landis, Dario Argento, John Carpenter, Joe Dante e Brad Anderson. Ritornano anche da consuetudine le sezioni competitive DOC 2006 e Spazio Italia, nonché la sperimentale Detours, con gli ultimi lavori di Aleksandr Sokurov. Michael Snow, Stephen Dwoskin e Manoel De Oliveira (un cortometraggio). Nella medesima sezione verrà proposto anche Quei loro incontri di Jean-marie Straub e di Danièle Huillet, accompagnato dal making of di Giulio Bursi J'écoute: alla Huillet, recentemente scomparsa, è dedicata questa 24esima edizione di Torino Film Festival.