"Oggi non c'è più chiamata alle armi, nessun reclutamento: i soldati sono o ferventi patrioti o provengono dalle aree più disagiate degli States, ci sono intere regioni con pochissimi soldati partiti per la guerra. Così la guerra rimane distante dalla nostra realtà". Parola del regista-culto Todd Solondz, che ritorna al Lido in Concorso con il corale Life During Wartime, accolto con applausi alla proiezione stampa.
Inteso quale sequel "più riflessivo e politico" di Happiness, concepito due anni fa e poi ripensato e rielaborato per la difficoltà nel reperire i fondi necessari, girato in digitale - ottima la fotografia di Ed Lachman - per il budget ridotto, Life During Wartime "nasce per riportare l'impatto di questa guerra misconosciuta nella nostra realtà quotidiana".
"Tema chiave è il perdono - prosegue Solondz - che lega insieme temi quale pedofilia e terrorismo, associati verbalmente dalla confusione di un bambino di 10 anni: come d'abitudine, voglio provocare, ma unicamente per far riflettere il pubblico in modo differente.
E sui suoi personaggi: "Hanno assoluta libertà espressiva, senza voler simboleggiare qualcosa di più, in quello spazio di vita che è il film: sono affezionato ai loro fallimenti, il loro pathos e la loro comicità mi commuove. Non vincono nella loro lotta, l'importante è la lotta in sè: qui sta la loro dignità".
Ritornando sul tema della pedofilia, Solondz afferma di considerarla "una enorme tragedia, un'afflizione per chi la vive e per chi la subisce. Ma ora non è più tabù, anche i tabloid ne hanno parlato diffusamente negli ultimi tempi".
Infine, sulla politica il regista americano considera "l'elezione di Obama un miracolo, ma non un elisir: non è la soluzione per tutto. Anche la speranza ha un prezzo: non sono qui con il mio film per farvi sentire peggio o meglio, ma per essere fedele, onesto e sincero rispetto alla realtà che ci circonda".