“Il progetto nasce da uno stimolo personale, un'insoddisfazione forte di quello che era stato prodotto in termini di riflessione politica sulla figura di Berlusconi negli ultimi anni”. Giacomo Durzi (sceneggiatore e documentarista) si riferisce ai numerosi film, implicitamente o esplicitamente, dedicati al Cavaliere. S. B. Io lo conoscevo bene, scritto e diretto insieme a Giovanni Fasanella (giornalista di Panorama), prodotto dall'indipendente Kinesi e, in piccola parte, con fondi pubblici, adotta un nuovo punto di vista. “Non abbiamo scelto – spiega Durzi – il tono dell'inchiesta, ma uno sguardo intimo, un ritratto più antropologico alternando gli spunti di riflessione storico-politici con la storicizzazione delle vicende personali. Abbiamo mantenuto un punto di vista laico, freddo e distaccato”.
Il film, infatti, è un susseguirsi di interviste ad ex collaboratori o ex amici accompagnate da immagini di repertorio, per lo più recuperate da archivi all'estero, e un'animazione Pop che suddivide i capitoli di un ventennio di storia italiana.
Non solo quindi il ritratto del politico, ma anche quello dell'imprenditore, del comunicatore, dell'animatore di navi da crociera e del compagno di doppio a tennis. Tra i volti noti Paolo Pillitteri Cirino Pomicino, Giuliano Ferrara, Paolo Guzzanti, Gabriella Carlucci, Alessandro Meluzzi, Francesco Gironda, Luigi Manfredi a Tiziana Parenti. “Ognuno dei personaggi scelti – continua il regista - rappresenta è un momento della nostra storia, partiamo dalla nascita dell'impero editoriale e immobiliare fino alla caduta del ‘self made man'. Abbiamo scelto personaggi che conoscevamo bene, hanno tutti un comune denominatore: hanno creduto nel sogno liberale berlusconiano e poi ne sono rimasti delusi. E' stato faticoso convincerli a rilasciare interviste. Alcuni non ci hanno nemmeno risposto, come Confalonieri e Dell'Utri, altri non hanno voluto parlare perché non volevano essere ricordati come beneficiari o sostenitori dell'ex premier, altri, invece, perché non ritenevano conlcusa l'esperienza al fianco del Cavaliere”. Le interviste sono state fatto a partire dal novembre 2011, poco prima della caduta del governo, “Avevamo chiaro – proegsue Durzi - dove volevamo arrivare e abbiamo creato un percorso per l'interlocutore: chiedevamo prima di descrivere il rapporto affettivo, i ricordi e gli aneddoti, fino ad arrivare a dare un giudizio oggettivo e sintetico”.
Presentato nella sezione Prospettive Italia all'ultimo Festival di Roma, S. B. Io lo conoscevo bene uscirà nei cinema il 5 febbraio, a venti giorni dalle elezioni, e una settimana prima di Viva la libertà di Roberto Andò con Toni Servillo nei panni del segretario del maggior partito di sinistra. Secondo il documentarista “uscire in sala in questo momento, da una parte è un vantaggio perché l'attenzione è alta, ma dall'altra può essere un ostacolo per la comunicazione perché per par condicio molti media non possono parlare di un film come il nostro”.
Per il passaggio televisivo sono in corso le trattive, assicura Durzi, che invece non ha dubbi sul destino del Caimano e sul ‘Berlusconismo', definito hegelianamente da Pillitteri “categoria dello Spirito”: “Lo intuivo e facendo questo film ho avuto delle conferme, il fenomeno non finirà, anche se è l'inizio della fine dell'uomo. Berlusconi ha violato le istituzioni e frantumato la psicologia di un paese dividendolo nettamente, senza un dialogo costruttivo, con la violenza dei media. Alla base del suo modo di agire c'è lo scambio, voglio qualcosa ti do qualcosa, un mix di uomo macho, smargiasso mediterraneo che fischia alle donne, furberia, mancanza di senso dello Stato di diritto e volontà di vincere su tutto, non importa usando quali mezzi”.