“Fantozzi è nato in un cabaret artigianale, fatto da me e Fabrizio De André. Eravamo poveri entrambi, poi Maurizio Costanzo, un uomo di bruttezza esagerata, ci ha detto, ‘se venite a Roma, vi garantisco un grande successo’. De André era vigliacco, rimase; mia moglie mi diceva ‘scegli sempre l’incerto per il certo’, era una frase magica. Ebbene, sono andato a Roma in via del Mattonato: Costanzo fu abilissimo, una prima serata con Flaiano ancora vivo, un certo Marco Ferreri, Gassman, Tognazzi, Enrico Maria Salerno. Io ero in forma strepitosa, che poi purtroppo s’è…. E dopo quella sbarcai in tivù con Quelli della domenica, dove incontrai il più grande comico che ho mai conosciuto, Renato Pozzetto”.

Paolo Villaggio

 

E’ The Paolo Villaggio Show alla Festa di Roma: accompagnato da Anna Mazzamauro, alias Signorina Silvani, e Plinio Fernando, alias Mariangela, Villaggio celebra il quarantennale di Fantozzi (1975), la prima avventura cinematografica del suo personaggio più famoso, e de Il secondo tragico Fantozzi (1976). Entrambi diretti da Luciano Salce, i due film sono stati restaurati in 2k: dopo l’anteprima a Roma, arriveranno in sala, dal 26 al 28 ottobre Fantozzi, dal 2 al 4 novembre Il secondo tragico Fantozzi.

“Paradossalmente Fantozzi – dice Villaggio - oggi è un personaggio che funziona di più, perché oggi gli italiani sfiorano la povertà, capiscono che siamo in declino, un declino veloce, nonostante Renzi dica di tagliare le tasse. Il suo è un errore clamoroso, perché così la sanità per i poveri diventa un problema…”. E Villaggio rincara la dose: “Oggi l’Italia è un po’ triste, il Fantozzi attuale non ha il coraggio di ribellarsi. E gli intellettuali, quelli che leggono Scalfari, La Stampa, Repubblica e il Corriere, dopo 10’ di cose saccenti parlano solo di Totti… Lo sport è l’argomento preferito dagli italiani, insieme agli accoltellamenti: si leggono solo episodi tristi”. Villaggio ne ha anche per “l’italiano medio, che dice: ‘Tutti ladri!’, ma non è vero disprezzo, piuttosto non ha l’abilità, il coraggio di rubare. Non a caso, il sogno di molti italiani è di fare una rapina in banca”. Insomma, “oggi Fantozzi siamo tutti noi, 40 anni dopo è ancora un successo perché ora rappresenta meglio la cultura italiana di quando è nato. E’ terapeutico: siamo tutti dei Fantozzi in questo momento di merda dell’Italia”.

Poi Villaggio se la prende con Plinio Fernando – “Cercavamo una figlia brutta, abbiamo trovato un mostro e l’abbiamo travestito da bambina” – e duetta con la Mazzamauro, che confessa: “Da Fantozzi lo sono stata, ma ho il rimpianto di non essere stata corteggiata da Paolo, Giochiamo, io sono autoironica, lui è un uomo molto spiritoso”. Dopo le accuse alla tv: “Ha appiattito tutto, oggi conta solo quanto incassa un film, non com’è” e un peana para-femminista: “Anche oggi le donne sono sempre schiave, serve, devono fare tutto”, Villaggio ritorna sul suo Fantozzi, l’umile ragioniere, e osserva: “Il posto fisso è molto noioso, non sono felici i Fantozzi di adesso, sono più tristi, parlano solo di calcio o al massimo di donne, un argomento agghiacciante…”.

Dopo essersi detto “molto rallegrato di questa commemorazione, una sorta di pre-funerale, e io ho grande curiosità di  come sarebbe stato il mio funerale”, Villaggio conclude su Papa Francesco, “questo papa argentino così furbo e abile, che ha semplificato linguaggio, che è amato. Mi sembra gli abbiano diagnosticato un tumore,  e credo anche lui abbia paura della morte, perché sa come tutti papi che non esiste l’aldilà dei cattolici. Sì, neanche il Papa crede nel Paradiso, è una truffa paurosa…”.