“Da 15 anni non lavoravamo tutti e tre insieme, ma sembravano passati 15 minuti: non è cambiato niente, l’affiatamento è uguale. Certo, abbiamo girato col Covid, e abbiamo dovuto metterci delle pezze: avremo fatto una settantina di tamponi a testa, ma sono contento di come è venuto il film”.

Così il regista Neri Parenti saluta la reunion con i due storici interpreti del cinepanettone, Christian De Sica e Massimo Boldi: In vacanza su Marte non potrà andare in sala, causa chiusura per la pandemia, e si trasforma dunque in “telepanettone”, da domani 13 dicembre disponibile in noleggio e acquisto su tutte le piattaforme digitali.

Prodotto da Warner Bros., Indiana e Cattleya, è ambientato su Marte nel 2030: dopo aver fatto perdere da anni le sue tracce alla moglie e al figlio Giulio, Fabio (Christian De Sica) sta per sposare su Marte la facoltosa Bea, ma quando durante un’escursione nello spazio Giulio si trasforma in un arzillo vecchietto (Massimo Boldi) le cose si complicano…

@Cristina Di Paolo

Nel cast Lucia Mascino, Paola Minaccioni, Herbert Ballerina, Denise Tantucci, Fiammetta Cicogna, Francesco Bruni, Alessandro Bisegna e Milena Vukotic, De Sica lo battezza, “dopo Amici come prima che era una commedia, il classico film di Natale, come fu l’ultimo Natale a Miami. È il 26° film mio e di Massimo, con due storie che si incrociano: siamo tornati alla farsa, molto comica, molto divertente. Non ci ferma neanche il Covid, arriviamo nelle case dei nostri spettatori, e con un biglietto solo il capofamiglia risparmia!”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, Boldi: “Simo più che amici, fratelli, abbiamo la stessa intenzione di fare divertire il pubblico, anche se va detto fossimo approdati sul grande schermo saremmo più felici, più tranquilli”.

La Mascino parla di “un personaggio anomalo, così soffice, romantico, benestante e positivo, Neri mi ha messo in una condizione affettuosa, e che sogno essere figlia di Milena Vukotic!”; Ballerina di “bella sfida, sono un quasi cattivo nel film di Natale: un salto nel vuoto!”; la Cicogna, fresca “mamma di due gemelline, di una seconda giovinezza, ho limonato con Bruni tutta l'estate: un bacio, un tampone!”, la Tantucci di “regalo, e settimane divertenti”; la Minaccioni di “una donna non abbandonata, ma emancipata: non rivuole il marito, ma il figlio”.

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Sul cambiamento di titolo, dall’originario Natale su Marte, Parenti precisa: “E’ una domanda che andrebbe fatta alla Warner, non è una nostra iniziativa, forse, credo, si deve all’approdo sulle piattaforme”. E il regista sgombra il campo dal dubbio che potesse esserci un’inibizione da parte di Aurelio De Laurentiis, produttore con Filmauro dei “Natale a…”: “No, c’è stata una sentenza al riguardo: Aurelio non è il detentore del “Natale” nel titolo”.

Sull’evoluzione poetica del film, De Sica: “Io e Massimo siamo un cartone animato, io non sono più uno sciupafemmine, ma sempre un mascalzone: non ho nulla del cognome Sinceri, del resto, si ride più con demonio che con san Francesco. Qui c’è lo spirito di una volta, noi con la farsa abbiamo lasciato il segno”. E Boldi: “Siamo in linea con i tempi, sempre attuali. Ora vorremmo rifare tutti i nostri film".

Sulla destinazione Marte, prima Parenti: “L’abbiamo pensato in piena pandemia, sarebbe stato brutto un Natale a New York con i prevedibili morti, dunque, ecco Marte, per essere a nostro agio con gag particolari la destinazione favolistica era necessaria”. E poi De Sica: “Gigi Proietti, è vero, mi disse: ‘ Siete stati dappertutto, ma quest’anno dove cazzo andate, su Marte?’”.

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Sulla “commessa di Warner e Indiana che abbiamo sposato”, Parenti: “L’idea era di tornare a fare film con quella pasta lì, ed era forte per tutti e tre, io, Christian e Massimo: rituffarsi in quella zona, nel panettone c'era tutto, parolacce, gag, slapstick, e ora su Marte è un po' più asettico”. Che poi puntualizza: “La mission di Indiana e Warner non era di fare un film con le parolacce, ma di genere. Poi in scrittura capita di spingere sull’acceleratore, che un autore non riesca a frenarsi, ma non dobbiamo essere accusatori: l'importante è che il film faccia ridere”.

Premesso che “mi butterei subito nel buco nero, magari tornare bambino, e giocare col trenino”, chiude De Sica: “Col telepanettone entriamo nelle case del nostro pubblico, regalare risate è quel che ci vuole”. E, dopo essersi ammalato lui stesso di Covid, si dice sicuro: “La pandemia finirà, torneremo al cinema, a teatro, ad abbracciarci per strada!”.