Dammi un premio e ti farò una dedica. Nella migliore delle tradizioni e come gli americani insegnano, ogni volta che si riceve una statuetta il discorso è d'obbligo. Un pensiero "a tutti i politici che affrontano il loro mestiere con spirito missionario, per la gente", quello di Kim Rossi Stuart. Elio Germano, sempre più simile nelle vesti e nelle parole ad Accio, il personaggio che gli ha fatto conquistare l'ambito premio di miglior attore, medita e decide di indirizzare la sua dedica" a tutti gli attori che sono in realtà i grandi precari", e lancia la sua personale polemica: "Basta il cinema al servizio della televisione!". Xseniya Rappoport fa una vera e propria dichiarazione d'amore al cinema italiano: "A San Pietroburgo, nel periodo sovietico, c'era solo un piccolo cinema nascosto dove si potevano vedere Fellini e Visconti, si chiamava La Leggenda e io ci andavo spesso, ma non avrei mai immaginato un giorno di entrare nella leggenda". Poi tornando alla realtà ha aggiunto: "Il mio riconoscimento infinito va a Tornatore ma non può essere espresso in nessuna lingua, né in italiano né in russo". E Tornatore, giunto il suo momento, non può mancare la dedica classica ai produttori Medusa per il gran fiuto professionale: "Gli ho raccontato sei soggetti e hanno scelto questo". Compito di consegnargli la statuetta per il miglior film è andato al ministro Rutelli, che ha voluto ricordare come ottanta milioni di inglesi abbiano scelto come loro film preferito Nuovo Cinema Paradiso. E Giuseppe gongola. Daniele Luchetti esprime la sua gratitudine a Bernardo Bertolucci, in seguito ad un articolo di qualche giorno fa: "Ha rimesso la palla al centro per chi fa cultura in questo paese e io spero che la cultura ritrovi centralità". Standing ovation per il David alla carriera a Giuliano Montaldo, che non si fa cogliere impreparato e proietta alcune immagini del suo nuovo film. Un ritorno anche per Carlo Lizzani, altro David alla carriera, tornato al lavoro con Hotel Meina, rievocazione della prima strage nazista in Italia sul Lago Maggiore: "Anche noi registi siamo tutti precari, eppure malgrado i miei 85 anni mi è stato affidato un film che uscirà in autunno e quest'anno esce anche la mia autobiografia per Einuadi e un videoritratto che mi hanno dedicato". Cosa dire? Un ottimo venditore di se stesso! Emozione e divertimento alla consegna del Premio Torino Piemonte a Ermanno Olmi, che tartassato dalla torinese doc Luciana Littizzetto, riesce a malapena a dire due parole. "centochiodi, Il segreto del bosco vecchio e L'albero degli zoccoli... Se non facevi il regista facevi il falegname?". E lui: "Potrei tornare al cinema solo per un Cappuccetto rosso con te". Pronta la risposta della Littizzetto: "Un Cappuccetto rosso hard?!". Protagonisti anche vari personaggi di politica, cultura e spettacolo cui è stato assegnato il compito di consegnare i premi. Così Francesco Cossiga :"Avendo fallito come critico cinematografico, ho ripiegato sulla politica". Poi, rispondendo a una provocazione del conduttore Tullio Solenghi: "Tra Dario Argento e i Vanzina, chi potrebbe fare un film sul governo Prodi? Argento". Ma la solita Littizzetto lo ritira in ballo, quando Solenghi le domanda se vorrebbe sedere sulle ginocchia di Riccardo Scamarcio. "Preferisco quelle di Cossiga". Michele Placido, pettinato come Aldo Moro per una fiction televisiva che sta girando, lancia un'appello dal palco del Gran Teatro di Tor di Quinto: "Da qualche anno sentivo la nostalgia nel nostro cinema che si era un po' addormentato". Con la passione degna di un leader politico aggiunge poi: "La cultura non appartiene né a destra né a sinistra, ma a tutti gli italiani. Gliela dobbiamo dare, però". E cosa succede quando non ci si aspetta di ritirare il premio? Colta di sorpresa, Angela Finocchiaro, dopo che Ambra era salita a riscuotere la statuetta, si sente dire che c'è stato un ex aequo. E lei non aveva preparato niente! Dalle parole passa quindi ai fatti, si inginocchia e tutti capiscono che quello è un "Grazie"!