(Adnkronos/Cinematografo.it) - Tra i tanti soprannomi e titoli che vennero dati a Federico II ce n'è uno, "Stupor Mundi" ("stupore del mondo") che riassume tutta la sua grandezza.

E proprio questo è il titolo del documentario su di lui diretto da Gian Luca Bianco e Giacomo Visconti, prodotto da Centodieci, la piattaforma culturale di Banca Mediolanum, e presentato in occasione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica all'interno del palinsesto della Fondazione Ente dello Spettacolo, tra i partner più longevi del festival veneziano.

In Stupor Mundi viene raccontato l'uomo, il filosofo e il politico, con la sua eredità vasta e immortale. "Così moderno da essere ancora un nostro contemporaneo", dice Michele Placido, voce narrante del documentario e protagonista dello spettacolo teatrale da cui nasce l'idea per la pellicola.

Nella ricostruzione di Stupor Mundi, si alternano le immagini di una Palermo antica e moderna, di una Palermo rinnovata e centro, ancora oggi, della vita del Mediterraneo. La descrizione del mondo di Federico II, dove il colore delle facce, le lingue parlate, la convivenza con la cultura araba, la ricerca della pace più che della guerra, diventa un monito per il presente.

Per Oscar di Montigny, Chief Innovation, Sustainability & Value Strategy Officer di Banca Mediolanum e produttore del documentario, Stupor Mundi racconta "una importantissima lezione sullo stare insieme, il vivere con gli altri e il sapersi fare carico delle proprie responsabilità".

"La pace", recita proprio alla fine del doc la voce di Michele Placido, "non si ottiene arrendendosi e nemmeno combattendo. Si ottiene convivendo".