Quando uno si sveglia la mattina, relativamente presto anche in relazione dell'ora in cui è cominciata la nanna, e va a vedersi con gioia un film della rassegna di Robert Aldrich, si aspetta di goderselo principalmente per due motivi: il primo perché è da tanto che non se lo rivede sul grande schermo, il secondo perché è in lingua originale con i sottotitoli. Se poi la copia non è un granché pazienza, ma se i sottotitoli scompaiono o peggio ancora impazziscono allora non va davvero bene. Diciamo questo perché questa mattina, alla proiezione de I ragazzi del coro, è stato un vero disastro. Il 70% del film è andato senza sottotitoli, il 15% con quelli sbagliati e solo il resto in maniera corretta. Siccome anche ieri alla proiezione del film di Makhmalbaf è stato lo stesso, ci permettiamo di suggerire una maggiore attenzione a questi che non sono proprio dettagli. Anche perché se la pellicola di Aldrich molti la conoscono a memoria e un po' di quell'americano biascicato lo si afferra, per i dialoghi del regista iraniano la difficoltà è praticamente insormontabile. Qualcuno in sala ha gridato: "Ma che parlano, arabo?".