Ed è arrivato il giorno di Guillermo Del Toro, protagonista assoluto della conferenza "30 anni, mille storie, una grande amicizia" al Festival Internazionale di Guadalajara, quest'anno alla sua 30esima edizione. Non ci poteva essere titolo più adatto per chi come lui, originario della capitale dello Stato di Jalisco, ha iniziato proprio qui, dal basso, strappando biglietti e all'accoglienza, prima di entrare tra i blasonati dell'empireo hollywoodiano.  Regista, scrittore e sceneggiatore, Del Toro ha chiacchierato in un'atmosfera assolutamente rilassata con Leonardo García Tsao, critico cinematografico. I due hanno rotto il ghiaccio raccontando di come il regista abbia iniziato nell'industria cinematografica dell'animazione: non aveva pazienza per questo genere, ma lui e l'amico Rigoberto Mora “El Duque” riuscirono comunque a creare la “Necropia”, società in cui producevano effetti speciali e nuovi progetti. Il regista, che girerà quest'anno il seguito di Pacific Rim, annunciato per il 2017, che sta finendo un nuovo libro, El niño en la caja de acero, e che realizzerà la seconda stagione della series The Strain (nel cast l'attore mexicano Joaquín Cosío), ha ricordato che nei suoi primi passi nel cinema era "pericoloso" fare film. "Girare Cronos (1992) - film che ha ottenuto nove "Oscar" méxicani, e il premio della critica a Cannes - è stata una via crucis!",  e si riferisce a com'è stato davvero molto complicato ottenere i finanziamenti per completarlo, "anche se è stato un grande successo". Ha parlato anche, lui che è andato a vivere a Los Angeles, delle difficoltà che una pellicola in México continua ad avere per essere finanziata, portando come esempio Gravity del regista méxicano Alfonso Cuarón, Oscar 2014. Ha continuato a riflettere sul cinema in patria, e ha dichiarato che "Mi piacerebbe che ci fosse più cinefantastico in México!". Ha incitato così il pubblico presente a presentargli i suoi progetti, così da poter reclutare nuovi talenti. Inevitabile domanda, anche per quello che ha detto di recente il neo-premio Oscar Alejandro González Iñárritu in merito, quella che è arrivata sulla necessità o meno di un Governo migliore in México: Del Toro ha glissato rispondendo che come cittadino deve solo continuare a fare il suo dovere, spingendo invece sulla necessità di uguaglianza per il popolo méxicano nel mondo. Ha così suggerito che la soluzione al razzismo, classismo e sessismo si trovi in un cambiamento di mentalità, dal momento che "c'è una tragedia ideologica in atto: l'unica certezza è che tutti quelli che si trovano qui, in questo momento, sono uguali".