"Ogni film nasce dall'esperienza di quello precedente. Dopo i colori e la surrealtà di Agata e la tempesta, avevo voglia di concentrarmi su qualcosa di più attuale, come il dramma della perdita del lavoro e la conseguente reazione all'interno della quotidianità di una coppia, di una famiglia: il reale, quello che accade intorno a noi sia da un punto di vista socioeconomico che privato". Nasce da qui, dalle parole di Silvio Soldini, Giorni e nuvole, scritto insieme a Francesco Piccolo, Federica Pontremoli e Doriana Leondeff, interpretato da Antonio Albanese e Margherita Buy. Girato e ambientato interamente a Genova - "città pittorica, che vive in simbiosi con il film", dice ancora il regista - Giorni e nuvole racconta la vicenda di Michele ed Elsa, sposati da tempo e con una figlia ormai indipendente (Alba Rohrwacher), chiamati ad affrontare l'improvvisa perdita del lavoro di lui, imprenditore e socio fondatore della stessa azienda che ora non lo vuole più. "La storia mi ha colpito da subito - afferma Antonio Albanese - anche perché il mondo del lavoro mi coinvolge sempre ed è parte centrale dei miei spettacoli teatrali. Qualche tempo fa un mio caro amico ha vissuto un'esperienza analoga a quella che si racconta nel film, anche per questo mi sono buttato nel progetto anima e corpo, perché non possiamo accettare di accogliere senza sorpresa, come accaduto a me, notizie come quella di un paio di settimana fa sul suicidio di un 45enne che aveva perso il posto". Non solo il dramma del licenziamento, dunque, ma le implicazioni che esso comporta negli equilibri di una coppia borghese abituata a vivere nell'agiatezza: "Abbiamo voluto rappresentare questa discesa lenta, ma inesorabile, all'interno di una famiglia investita da un accadimento inaspettato - racconta Francesco Piccolo, uno degli sceneggiatori - e la capacità di continuare a stare insieme, per una coppia legata da un amore coniugale, intellettuale e complice, anche di fronte alle estreme difficoltà". Elemento nodale della vicenda, il personaggio di Elsa rappresenta il vero punto di svolta del racconto: sarà lei a reagire veramente, a darsi da fare per cominciare a tenere in piedi la situazione: "Dopo tantissimi ruoli in cui mi si chiedeva di essere drammaticamente sommessa - racconta Margherita Buy - spero di essermi riscattata con questa interpretazione che, in qualche modo, mi permette di uscire da quel 'tunnel' in cui mi avevano e mi ero infilata". Per la prima volta insieme in un film, Antonio Albanese e Margherita Buy non nascondono la soddisfazione per aver raggiunto sin da subito un'armonia e una spontaneità da coppia rodata: "Anche se può non sembrare - dice Soldini - questo è uno dei miei film più costruiti, più studiati. Per raggiungere quella naturalezza che mi hanno regalato i due attori con le loro interpretazioni c'è dietro un grande lavoro, così come per il linguaggio cinematografico utilizzato nel film, con molta macchina a mano e pianisequenza per dare la sensazione di una vicinanza, quasi 'documentaristica',  che spero possa coinvolgere maggiormente gli spettatori".