(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Per me questo horror è un sogno che si avvera. Mi piacerebbe che l'Italia rilanciasse questo genere che ha una nobile tradizione nel nostro Paese oltre ad una vasta cerchia di fan, ma che è stato sacrificato sull'altare del perbenismo televisivo". Dopo essere stato applaudito nei festival di mezzo mondo ed aver già trovato una distribuzione in moltissimi paesi esteri, come Usa, Canada, Germania, Austria, Lussemburgo, Svizzera, Inghilterra e Medio Oriente, Federico Zampaglione si appresta a portare nelle sale italiane (dal 14 maggio in 130 copie con Ellemme Group Distribution) Shadow, sua opera seconda dopo la black-comedy Nero Bifamiliare del 2007.
"Shadow - dice Zampaglione - è il cinema che voglio fare. Quello che ho amato sin da bambino con i film di Dario Argento e Lamberto Bava. Sono cresciuto con il cinema di genere degli anni '70 e '80, per certi versi folle e selvaggio ma pieno di spunti sia musicali che visivi. Un'esplosione di creatività che mi ha dato forti scosse, che mi sono portato dietro. Ed ora ho provato a riportare sul grande schermo, convinto che lasciare andare quella tradizione così feconda sia un peccato mortale", sottolinea il regista-musicista.
Girato tutto in inglese con un cast internazionale, Shadow racconta la storia dello sconosciuto David (Jake Muxworthy), un giovane soldato di ritorno da un giro di servizio in Iraq, che decide di intraprendere un'avventura in mountain-bike per l'Europa per dimenticare il suo passato da reduce di guerra. Nei boschi incontra la graziosa ragazza straniera Angeline (Karina Testa) con cui fa squadra per esplorare i dintorni. Presto il contesto naturale si trasforma in un incubo, con due cacciatori che li inseguono per ucciderli e un nemico ancor più oscuro ad attenderli che costringerà David ad affrontare paure peggiori di quelle affrontate durante la guerra. Incontrare Morthis (Nuot Arquint), il macellaio assetato di sangue, e scoprire che la realtà è più macabra di qualsiasi incubo. Per David sarà il brusco risveglio in una realtà che voleva dimenticare. "Ho voluto fare qualcosa di nuovo, che sovvertisse le regole, facesse a meno di mostri e portasse a galla un malessere reale. In fondo, cosa c'é di più mostruoso dell'uomo?", dice il regista. Nel film c'è infatti una certa ambiguità tra vittime e carnefici, il confine tra bene e male è volutamente labile. "E' una scelta precisa che rispecchia la realtà. Solo in certi film a lieto fine il Bene e il Male sono ben distinti. Ma il mondo non è così. Il Male che abbiamo prodotto divora tutti, vittime e carnefici".
L'avventura horror di Zampaglione non si fermerà qui (gli sono arrivati script con proposte di regia sia dagli Usa che dalla Germania, ndr) e il regista vorrebbe diventare anche produttore di nuovi talenti del genere. "Mi piacerebbe molto. Credo che l'horror italiano possa vivere ancora stagioni floride". Ma prima si prenderà una pausa. Musicale naturalmente. "Sto scrivendo i pezzi del nuovo disco dei Tiromancino che dovrebbe uscire in autunno. Alternare musica e cinema mi dà modo di rigenerarmi", conclude.