"Sul set era spaventoso". Parola di Winona Ryder, che in The Iceman interpreta Deborah, la moglie di Richard Kuklinski, marito, padre premuroso e infallibile killer al soldo della mafia, nel film impersonato da Michael Shannon, all'ennesima prova convincente: "Non vado al lavoro pensando di fare paura ai colleghi, ma cerco di catturare la profondità del personaggio che interpreto - dice l'attore -. Forse però James Franco (presente in un cammeo, ndr) si è spaventato davvero, ecco perché non è qui", dichiara scherzando Shannon. Che, a quanto pare, per interpretare il ruolo è stato letteralmente "rapito" da Ariel Vromen, che ha deciso di portare sullo schermo la storia di Kukliski, già raccontata da Anthony Bruno nel romanzo "The Iceman: The True Story of a Cold-Blooded Killer" e dal documentario HBO del '92, "The Iceman: Confessions of a Mafia Hitman": "Ho 'arrestato' Michael un paio di anni fa, ad un party, e da allora abbiamo continuato a parlare del film - dice il regista -. Anche per questo, forse, arrivava sul set e non avevamo più bisogno di dirci nulla, di fatto è come se non l'avessi mai diretto: si chiudeva nel suo spazio e diventava Richard Kuklinski. Nato a Jersey City nel 1935, di origini polacche, cresciuto in un clima di feroce violenza, subendo ripetute umiliazioni e percosse dal padre, Kuklinski dalla metà degli anni '60 diventò un sicario della mafia italo-americana, e prima dell'arresto venne battezzato dai media statunitensi "l'uomo di ghiaccio" perché il primo cadavere a lui ricondotto venne trovato in un frigorifero che nascondeva quel corpo da almeno due anni.
"Abbiamo cercato di essere il più possibile onesti nei confronti dei personaggi che volevamo raccontare - spiega ancora Vromen - puntando molto sulla figura da outsider dello stesso Kuklinski: vedendolo sullo schermo è facile possa instaurarsi quel meccanismo di attrazione/repulsione che provai anch'io vedendo il documentario in cui veniva intervistato. Non voglio dire che mi piacesse, ma di sicuro mi intrigava".
Ma come era possibile, per lo stesso Kuklinski, affrontare ogni singolo giorno tenendo all'oscuro la propria famiglia dalle sue azioni? "Era un uomo per forza di cose 'sconnesso' - dice Michael Shannon -, nessuna persona sana di mente potrebbe compiere atti così efferati: nel caso specifico, però, credo che tutto si debba ricondurre alla sua infanzia, visto che da più parti è dimostrato che i bambini maltrattati sviluppano questa sorta di comportamento dissociativo per allontanarsi dal mondo, per annullarsi. Kuklinski era un uomo senza hobby, senza passioni: l'unica cosa che davvero gli interessava era la famiglia, sua moglie e le due figlie. Proteggerle da tutto, anche da se stesso forse, era il suo scopo principale".
The Iceman, stasera fuori concorso al Lido, annovera nel cast anche Chris Evans (Robert Pronge) e Ray Liotta, ancora una volta chiamato ad interpretare il ruolo di un boss mafioso (Roy Demeo): "Ogni mattina bisogna arrivare sul set dopo aver fatto i compiti a casa, ma portarsi dentro un po' di rabbia accumulata qui e là aiuta di sicuro", dice l'attore.