Arnaud Desplechin malinconico con brio. Il regista francese punta il dito sull'instabilità dei rapporti di coppia, con la tragicommedia I re e la regina, in uscita per la Fandango il prossimo 12 maggio. Ad accompagnarlo a Roma, anche la sua musa Emmanuelle Devos. Per la prima volta con Desplechin 15 anni fa in La vie des morts, l'attrice parla oggi di vera e propria amicizia: "Ci frequentiamo poco, ma nei momenti importanti è sempre al mio fianco. Aver lavorato in tutti i suoi film è per me un onore. Il suo stile e la sua voglia di sperimentare ormai fanno scuola. E' sicuramente uno dei migliori registi in circolazione".
Illustre spalla della Devos, nel 2001 premiata con il Cesar per Sulle mie labbra di Audiard, è nella storia Catherine Deneuve. La prima è Nora, la regina che dà il titolo al film. La seconda, la psichiatra che ha in cura il suo ex marito Ismael, istrionico viveur interpretato dal frizzante Mathieu Amalric. Al centro della vicenda è la lunga confessione di Nora. La donna, in procinto di coronare la sua vita col matrimonio, ripercorre così le tappe fondamentali della sua vita, dal suicidio dell'ex amante all'eutanasia terapeutica al padre. Il tutto, raccontato con classe ed ironia che ricordano Truffaut. "Il cinema assorbe strumentalmente l'attore, vincolandolo alle aspettative del pubblico. Per questo - dice la Devos - da un anno mi sono dedicata soltanto al teatro. E' una forma espressiva diversa, a cui bisogna abbandonarsi completamente, ma che proprio per questo è un'ottima risorsa per ritrovare slancio ed energia".