Orfana, semianalfabeta, poverissima. Era Gabrielle "Coco" prima che il suo cognome diventasse l'emblema dell'eleganza francese. E ogni donna si identificasse con i suoi vestiti morbidi ed essenziali. Che Chanel fosse la Moda e l'immagine di  un'epoca. Allora Gabrielle era costretta a scendere a patti con se stessa e uomini "benefattori"  (Balsan-Benoit Poelvoorde), a subire umiliazioni di vario genere per qualche spicciolo in più. Magrissima e dozzinale, cinguettava con la sorella nei locali, arrangiandosi come sartina durante il giorno.
"Era molto dura e ambiziosa – racconta Audrey Tautou, protagonista del film Coco avant Chanel -. Desiderava essere libera e indipendente, e con altrettanta passione diventare famosa. E' stata una scoperta, non sapevo quasi nulla della sua giovinezza, di come avesse incominciato. Pensavo fosse una modista che si era affermata e in seguito aveva scoperto di avere talento. Invece sognava di cantare e recitare. La passione per i vestiti è stata un'intuizione e una necessità".
L'attrice, deliziosa in un tubino nero con colletto bianco, capelli alla maschietta, ha fatto fortuna (e conserva ancora lo stampo del personaggio) con Il favoloso mondo di Amélie e in Francia è una diva, ma la regista Anne Fontaine l'ha scelta per un altro motivo: Audrey assomiglia a Coco come una goccia d'acqua.  Non era infatti il primo progetto che le veniva sottoposto ma aveva sempre tentennato finché la Fontaine non le ha raccontato la storia. 
"Il debutto di Coco – dice la Tautou -, le origini, i primi amori, sono il capitolo più appassionante della sua esistenza, almeno per me. E ho trovato interessante che a narrare la sua leggenda fosse proprio una donna".  Per entrare nel ruolo Audrey ha studiato a lungo, ha visto le interviste filmate, letto biografie e libri. "E' stato difficile perché non esistono testimonianze o foto di quel periodo e Coco mentiva spesso sul suo passato, cambiava versione in continuazione". Nel primo dei film dedicati alla stilista in uscita nelle nostre sale (l'altro Coco Chanel & Igor Stravinsky di Jan Kounen con la Mouglalis ha chiuso festival di Cannes), Coco è mostrata nella sua fragilità e mascolinità allo stesso tempo, l'abbigliamento povero e senza fronzoli, il corpo quasi androgino.
"Si è sempre rifiutata di seguire un destino già scritto. Sposare un uomo qualsiasi, dipendere da lui per la sopravvivenza, dargli dei figli. Credo che l'incontro con Boy Capel (Alessandro Nivola, ndr) sia stato fondamentale per la forza che le ha trasmesso, l'incoraggiamento a seguire la sua inclinazione artistica. La peculiarità di Coco, la caratteristica più affascinante,  era quella di voler essere a tutti costi uguale agli uomini, pretendere lo stesso potere. Questo sentimento è stata la sua grandezza e modernità. Oggi sarebbe considerata una rivoluzionaria".