Il dramma storico di Benoît Jacquot Les Adieux à la reine ha aperto, in concorso, la 62ma Berlinale che quest'anno, a detta di tutti, appare più sfaccettata e ostinata di sempre. Il film è un adattamento da Farewell, My Queen, il premiato, omonimo romanzo della scrittrice francese Chantal Thomas.
Versailles, luglio 1789. Alla corte di Luigi XVI si infiltra come un veleno la paura. Il popolo è in rivolta. La rivoluzione è alla porta. Ma romanzo e film cambiano prospettiva, e raccontano gli eventi attraverso gli occhi della giovane inserviente Sidonie Laborde (Léa Seydoux).
La pellicola franco-spagnola con Diane Kruger (Inglourious Basterds), Virginie Ledoyen (L'armée du crime) e Léa Seydoux (Midnight in Paris) è una cronaca fastosa, accurata, drammatica degli ultimi giorni della regina (la Kruger) a Versailles, e dei primi della Rivoluzione. Difficile definire la storia (il libro ha vinto il prestigioso premio francese Prix Femina) un'apologia di Maria Antonietta. Piuttosto, un ritratto di un folle e isolato, bizzarro e affascinante, mondo al femminile.
Tre aggettivi sono diventati i titoli su questa prima mondiale di Les Adieux à la rein: triste, tragico, orribile. Di certo Lea Seydoux, Diane Kruger e Virginie Ledoyen garantiscono un ottimo intrattenimento. Per gli ammiratori del dramma in costume, da non perdere. Mentre le star di Benoît Jacquot (Tosca, Villa Amalia, Au fond des bois) si preparano stasera ad aprire il Festival anche sul Red Carpet.