"Abbiamo scelto quest'anno di focalizzarci sul cinema italiano-americano contemporaneo perché crediamo che aiuterà il pubblico a capire meglio il cinema americano odierno". Con queste parole il direttore Giovanni Spagnoletti ha salutato il pubblico presente al Teatro Sperimentale per il documentario storico Prisoners in Paradise di Camilla Calamandrei, che ha inaugurato ieri la Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro. Primo film in programma della rassegna dedicata al cinema italo-americano, il documentario coniuga tre tratti dominanti della Mostra di quest'anno: cinema italo-americano, cinema al femminile e cinema documentario. Incentrato sulla questione dei prigionieri di guerra italiani in America, il lavoro della Calamandrei è basato sulle testimonianze, alternate ad immagini in bianco e nero dei cinegiornali, di alcuni dei militari italiani catturati in Africa durante il secondo conflitto mondiale e condotti prigionieri negli Stati Uniti nei campi di concentramento. Le testimonianze storiche ci riportano agli anni dell'emigrazione italiana negli Stati Uniti e rivelano come la cultura italo-americana si sia definita anche dal confronto tra l'identità italiana di quei prigionieri che hanno deciso alla fine della guerra di non tornare in Italia e quella americana delle donne che hanno sposato. Ha preso il via anche la sezione dedicata ai documentari "SOS Europa.doc" con Hot House/Ha'bitchonim del rumeno Shimon Dotan, incentrato sulle carceri israeliane dove ottomila detenuti palestinesi ricreano un microcosmo politico con la speranza di poter influenzare la realtà che è fuori da quelle sbarre. La Sezione "Concorso Pesaro Nuovo Cinema" è stata inaugurata da How Is Your Today? di Xiaolu Guo. La scrittura e il cinema, la penna e la macchina da presa, accompagnano parallelamente la vita di Xiaolu Guo, originaria di Zhe Jiang, una piccola cittadina della Repubblica Popolare Cinese. Ambientato nel piccolo villaggio innevato di Mohe, al confine con la Russia, il film segue uno sceneggiatore che racconta la storia di un uomo e quella dell'uomo che vive ciò che lo scrittore immagina per lui. "Tutto è immerso in un paesaggio immaginario, come il protagonista", racconta la Guo, nel quale "spero anche gli spettatori possano raffigurare un loro mondo immaginario". Il lungometraggio è stato selezionato quest'anno al Sundance Film Festival di Robert Redford. Da questa sera, invece, partirà "il dopofestival": cinque appuntamenti per nottambuli a Palazzo Gradari dedicati alle forme non convenzionali di distribuzione e produzione di video di artisti curate da Adrienne Drake e Antonio Pezzuto.