Da Io che non vivo (senza te) alle celebri colonne sonore per Brian De Palma: il cantautore e compositore veneziano Pino Donaggio ha raccontato la sua prestigiosa carriera musicale in un incontro presentato da Anton Giulio Mancino a conclusione della penultima giornata del Ca’ Foscari Short Film Festival.

I primi contatti tra Donaggio e il cinema iniziano con alcuni suoi grandi successi – su tutti Io che non vivo (senza te) ­– che entrano a far parte delle colonne sonore di film come Vaghe stelle dell’Orsa… (1965), film Leone d’Oro di Luchino Visconti, e L’assassinio (1961), esordio di Elio Petri. Ma è il 1973 che, del tutto casualmente, dà il via alla sua carriera di compositore di colonne sonore: una chiamata del produttore inglese Peter Katz permette infatti a Donaggio di realizzare il soundtrack di A Venezia… un dicembre rosso shocking (Don’t look now) di Nicolas Roeg.

Da lì, la vincita del Premio Miglior Colonna da parte di Films and Filming e soprattutto l’apprezzamento di Brian De Palma. “Bernhard Hermann era appena scomparso e Brian cercava qualcuno che lavorasse alle musiche di Carrie (1976): non voleva altri musicisti americani e scelse me dopo aver visto il film di Roeg”, ha raccontato Donaggio. Sostanziali però alcune differenze tra il suo stile musicale e quello del celebre compositore delle musiche di molti film di Hitchcock: “Mentre Hermann preparava da subito il pubblico alla tensione, io preferivo rilassare il pubblico all’inizio e poi dare il colpo musicale improvviso per far saltare la gente dalla sedia, proprio come succede con la scena dove la mano di Carrie esce dalla tomba”.

La fortunata collaborazione è durata per ben otto film e ha consentito a Donaggio di lavorare con tanti altri grandi registi (tra i tanti: Dario Argento, Liliana Cavani, Pupi Avati). “La fortuna che ho avuto in America è dovuta proprio al tipo di film che De Palma faceva, dove c’era poco dialogo e le scene erano principalmente accompagnate dalla musica, che così aveva modo di emergere”, ha aggiunto il Maestro, raccontando anche il metodo di lavoro utilizzato durante le composizioni per De Palma: “Per tutti i film dei primi anni io scrivevo la musica in Italia e De Palma ascoltava tutto il lavoro solo in un secondo momento, dopo che avevo già composto tutto: ogni volta la sera prima ero molto in ansia, come se dovessi dare un esame, per fortuna è sempre andata bene. Ora non funziona più così, ci sono i demo e i provini, con Passion (2012) e Domino (2019) sapeva già cosa dall’inizio che cosa stessi scrivendo”.

La consacrazione definitiva per Donaggio è poi arrivata creando le colonne sonore di capolavori del thriller e del rapporto immagine-musica come Vestito per uccidere (1980), Blow Out (1981), e Omicidio a luci rosse (1984). Ma, come spesso vale per i grandi autori, è stato in grado di sfruttare il suo talento in modo poliedrico e di lavorare anche per altri generi: commedie – Non ci resta che piangere (con Benigni e Troisi), 7 chili in 7 giorni (con Verdone e Pozzetto), Il mio West (con Pieraccioni e Bowie) –, drammi sociali (Il caso Moro e Giovanni Falcone di Giuseppe Ferrara) e la televisione.