"Nella vita si parla troppo, per fortuna il cinema ci fa tacere, ogni tanto!". Così commenta Michel Piccoli i silenzi a cui è costretto in Sous les toits de Paris, il nuovo film del curdo Hiner Saleem in concorso oggi. E' il grande attore francese, che della pellicola è il protagonista, la star della nona giornata della rassegna ticinese: in grande forma e con voglia di parlare, è apparso l'esatto contrario del suo personaggio, degradato in solitudine e malattia nella miseria di un sottotetto della capitale francese. "Non ho avuto problemi a mostrare il mio vecchio corpo in declino: un attore non deve temere di farsi vedere per quello che è. Deve anzi mettersi a servizio del film profonda umiltà e onestà". "Purtroppo - aggiunge - molti miei colleghi tendono a parlare senza ascoltare, non solo il regista che li dirige, ma anche se stessi". Già in precedenza l'attore parigino aveva interpretato un ruolo connotato da lunghi silenzi: Dillinger è morto, girato per Marco Ferreri, nel lontano 1969. "I due personaggi sono accomunati dalla solitudine che li circonda - dice -. Se la condivisione veniva allora contrastata dal protagonista con atteggiamento distruttivo, in questo caso avviene esattamente il contrario: i brevi momenti di compagnia - seppur silenziosa - diventano l'unico modo per sopravvivere".