"Il cuore e la gente sono state la mia prima fonte d'ispirazione", ricorda Yu–Hsiu Camille Chen, regista e sceneggiatrice del secondo film australiano presente al Festival (in concorso) - Little Sparrows - che sceglie di adottare "un punto di vista estremamente personale, anche se non strettamente autobiografico, per raccontare il dolore". "Un anno e mezzo prima di dedicarmi allo script - confessa Yu–Hsiu Camille Chen - ho perso mio padre, e sono state proprio le emozioni provate in quel momento a ispirare la sceneggiatura". Dramma al femminile con protagoniste tre sorelle - una è vedova con due figli da crescere, un'altra attrice e moglie fallita, la più giovane una studentessa in piena crisi ormonale - che si ritroveranno tutte insieme per l'ultimo natale da passare insieme alla madre Susanne, malata di cancro. "Sprovvisti di un vero e proprio copione - spiega Nicola Barlett, la Susanne del film – abbiamo dovuto improvvisare per mesi prima di andare sul set”. Un lungo periodo di prova grazie al quale "bastava un solo ciak, per avere delle scene assolutamente perfette", racconta la regista. E poi c'è "il montaggio - sottolinea James Hagan, l'interprete del marito di Susanne - che ha la capacità di far affiorare tutto il non detto". "Quel che giace in profondità finisce per emergere", conferma la Chen e, aggiunge, "la malattia e il segreto, esperienze vissute sotto pelle, possono avere conseguenze estremamente positive se portate in superficie". Oltre agli interpreti, un ruolo fondamentale spetta alla fotografia "vero e proprio personaggio del film, cassa di risonanza delle emozioni", spiega il light designer Jason Thomas. Little Sparrows è poi un film al femminile: “Non esiste nessun intento sociale alla base del film, - dice a proposito la regista - semplicemente mi interessava indagare la natura dei rapporti umani e non fare distinzioni tra uomini e donne". Ma ammette: "Ovvio mi sia lasciata in parte influenzare dalla mia natura". Eppure, ricorda Nicola Barlett "in Australia le figure maschili sono spesso assenti. Un elemento tipico della classe media". A chi le chiede se si possa parlare di rinascita del cinema australiano, Camille risponde: "Non lo so, ma la cosa importante è tornare a rapportarsi con le difficoltà e le potenzialità del mezzo". Perciò il consiglio che vuol dare ai nuovi registi "è di conoscere alla perfezione i limiti e i vantaggi del sistema produttivo cinematografico. E soprattutto di lavorare con il cuore”.