Tra i molti - ottimi - film presentati nella sezione "Panorama USA" durante la Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, ci sono due documentari che vale la pena recuperare. This Side of Paradise e Our Nixon, entrambi realizzati tramite found footage ed entrambi riguardanti i lati più intimi della presidenza degli Stati Uniti, descrivono uno i postumi e uno i prodromi di due tragedie presidenziali, ognuna grave a modo suo ma entrambe capaci di lasciare una macchia nella storia americana.
Dopo la morte improvvisa del marito nel 1963 a Dallas, Jacqueline Kennedy fece di tutto per tirare su di morale ss stessa e i figli, invitando vari grandi artisti a passare del tempo con loro, nelle loro case, per brevi periodi delle loro vite. Uno di questi era lo sperimentatore cinematografico Jonas Mekas (che in quel periodo, più precisamente nel 1964, vinceva a Venezia il Gran Premio con The Brig), incaricato di insegnare rudimenti di cinematografia ai Kennedy. Con le loro riprese inesperte e genuinamente amatoriali, conservate per più di 30 anni e montate insieme dallo stesso Mekas solo nel 1999 nel documentario di 35 minuti This Side of Paradise, abbiamo l'opportunità di scoprire il lato più personale e tenero di una famiglia reduce da una tragedia - perdita di innocenza - che colpì insieme a loro un'intera nazione. Le riprese in 8 millimetri (lo stesso - diffusissimo - formato con il quale Zapruder filmò la famiglia Kennedy nel momento più buio delle loro vite) sono messe insieme da Mekas, che intendeva il cinema come "arte che si fa per noi stessi e per i nostri amici" seguendo la linea che ha fatto della sua estetica il suo cavallo di battaglia: riprese a mano fuori dal set, in ambiente familiare, senza luci e prive di post produzione. Un'estate con i Kennedy, quindi, circondati da un'apparente tranquillità conquistata a fatica, nella casa al mare (a Montauk) di Andy Warhol. Il simbolico è inserito nel quotidiano, esaltato da un montaggio fatto di salti, flash di luci e una traccia audio fuori sincro che sottolinea una ritualità spaventosa nella sua sottile esistenza.
Con Our Nixon anche la regista Penny Lane si mette al lavoro con delle riprese d'epoca: recupera i filmini amatoriali effettuati dagli aiutanti di Nixon durante la sua presidenza, gli stessi aiutanti che all'inizio degli anni '70 vennero indagati durante il Watergate, e ne fa un documentario unico nel suo genere. Gli "uomini del presidente" registrarono ore e ore di filmati, riprendendo gli aspetti meno conosciuti della vita all'interno della Casa Bianca, i lati quotidiani dei viaggi presidenziali, i momenti di divertimento (che furono tanti) e quelli di preoccupazione nel periodo delle indagini (altrettanto numerosi). Penny Lane utilizza l'audio registrato dai microfoni presenti nella casa bianca e lo sincronizza con le mute pellicole super8, consegnandoci una ricostruzione degli eventi esaminata da un punto di vista inedito.
Il suo Nixon è un Nixon umano, troppo umano, presidente poco adeguato in uno dei momenti di fermento culturale e politico più importanti della storia degli Stati Uniti, la cui presidenza terminò a causa di un crimine totalmente inutile. Che non si salvò nessuno ce lo ha già detto la storia, ma che nessuno era da salvare è ora più chiaro che mai.