(Cinematografo.it/Adnkronos) "Se c'è una parola che per me è legata a questo lavoro è cura. Ho ascoltato spesso 'La Cura' di Battiato durante le riprese. Mi ripetevo: 'io avrò cura di te'. Volevo avere una cura particolare nel portare sullo schermo Franca Rampi, la grande dignità del suo dolore e la sua lotta perché quanto accaduto ad Alfredino non accadesse mai più. Sentivo una grande responsabilità, la stessa che oggi mi rende particolarmente emozionata, nonostante io sia un'attrice abbastanza navigata". Anna Foglietta parla così del suo ruolo da protagonista in Alfredino - Una storia italiana, la fiction di Sky Original che ripercorre, a 40 anni esatti dai fatti, la tragica fine di Alfredino Rampi.

Prodotta da Sky e da Marco Belardi per Lotus Production, il film in due parti, in onda il 21 e 28 giugno su Sky Cinema e in streaming su Now, racconta la storia che commosse l’Italia in diretta tv ma allarga lo sguardo sull'inizio degli anni '80 e su come quella tragedia portò alla creazione della Protezione Civile.

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Accanto ad Anna Foglietta (che ha spiegato di non aver incontrato la vera Franca Rampi, per decisione della mamma di Alfredino), nel cast ci sono anche Francesco Acquaroli (il comandante dei Vigili del fuoco Elveno Pastorelli), Vinicio Marchioni (Nando Broglio, il vigile del fuoco che provò a tenere compagnia e a motivare Alfredo durante quelle terribili ore), Luca Angeletti (il padre di Alfredo, Ferdinando Rampi), Beniamino Marcone (nei panni di Marco Faggioli, uno dei pompieri accorsi sul luogo della tragedia), Giacomo Ferrara (Maurizio Monteleone, il secondo degli speleologi che provarono a recuperare il piccolo), Valentina Romani (la geologa Laura Bortolani), Daniele La Leggia (Tullio Bernabei, caposquadra del gruppo di speleologi e primo a calarsi nel pozzo), Riccardo De Filippis (Angelo Licheri, “l’Angelo di Vermicino”, ultimo a calarsi nel pozzo e a provare a salvare Alfredo). E ancora Massimo Dapporto è l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini mentre Alfredino è interpretato da Kim Cherubini.

Alla regia c'è Marco Pontecorvo: "La storia di Alfredino appartiene alla memoria di tutti gli italiani - dice il regista - anche quelli che non l’hanno vissuta. Proprio per questo abbiamo sentito una responsabilità maggiore nell’abbracciare il progetto. Tutti hanno veramente dato il massimo. Pur avendo seguito i verbali, abbiamo cercato di uscire dalla pura cronaca, di scavare negli animi dei personaggi e attraverso di loro raccontare un affresco dell’Italia di quell’epoca. Un paese colpito da scandali, crisi di governo e terrorismo che si è fermato col fiato sospeso seguendo la prima diretta televisiva in un’alternanza di speranze e sconforto".

"Siamo scesi nel pozzo insieme agli speleologi e ai volontari, vissuto con loro l’impossibilità di calarsi, la claustrofobia e la frustrazione di non poter salvare Alfredino", aggiunge Pontecorvo che spiega: "D’accordo con la famiglia Rampi si è deciso di non far vedere mai il bimbo nel pozzo. Spero che siamo riusciti a rendere la sua assenza una presenza ancor più forte che se fosse stato in scena", aggiunge il regista.

Antonella d’Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia, ammette che "quella di raccontare la storia del piccolo Alfredo Rampi è stata una scelta non semplice, sulla quale ci siamo interrogati molto". "Decisivo nella scelta" di realizzare questa fiction, "è stata - ha spiegato d'Errico - la possibilità di raccontare a tutti cosa è successo dopo, quando i riflettori e le telecamere si sono spenti. Una storia di indicibile tenacia e altruismo. Franca e Ferdinando Rampi, sempre uniti, hanno lottato per migliorare quel Paese che non aveva saputo aiutarli, dando una grande lezione di vita a tutti noi. È grazie soprattutto all’impegno della famiglia Rampi che oggi gli italiani possono contare sulla Protezione Civile. Ecco perché questa storia doveva essere raccontata, a chi l’ha vissuta e ai più giovani che non ne hanno memoria".

Ma se i protagonisti non hanno avuto contatti con la famiglia Rampi ("la famiglia non ha visto la fiction e non credo che la vedrà, perché per loro significherebbe riaprire una ferita troppo dolorosa"), la produzione ha avuto "un lungo e fruttuoso dialogo con il Centro Rampi", che la mamma di Alfredino creò subito dopo la tragedia per evitare che altri in futuro dovessero affrontare un dolore simile. "È stato proprio l’incontro con i responsabili del Centro Rampi, Rita Di Iorio e Daniele Biondo - spiega il produttore Marco Belardi - ad aver permesso di realizzare questo progetto: nonostante avessero ricevuto negli anni decine e decine di richieste da parte dei produttori per realizzare un’opera audiovisiva sui fatti di Vermicino, hanno finalmente deciso di affidare alla Lotus Production la realizzazione della serie perché abbiamo trovato una perfetta comunione di intenti, ovvero permettere a tutti gli italiani di riconciliarsi con questa storia, raccogliendo tutti insieme i frutti nati da quell’evento doloroso". Secondo gli sceneggiatori Barbara Petronio e Francesco Balletta, i genitori di Alfredino, "andando oltre un lutto devastante, seppero unire le forze migliori del Paese in quella Protezione Civile di cui tutti gli italiani possono, oggi, dirsi orgogliosi. È questo che abbiamo imparato da Alfredino: quando si combatte tutti insieme, si può anche perdere, ma non si è mai del tutto sconfitti", concludono.