Più di 150 milioni di dollari in tutto il mondo. Incassi da record dagli Stati Uniti a Trinidad Tobago. Questo il biglietto da visita con cui dal 21 aprile si presenta nelle nostre sale L'era glaciale 2 - Il disgelo, il sequel della fortunata animazione della Fox che sarà distribuito in Italia con oltre 600 copie. Ad accompagnare le gesta del bradipo Sid, della tigre Diego e del mammuth Manny saranno ancora una volta le voci italiane di Claudio Bisio, Leo Gullotta e Pino Insegno. Tra le new entry, anche la moglie Roberta Lanfranchi e il cantante inglese Lee Ryan, nei panni della mammuthina Ellie e dell'opossum Eddie. Come suggerisce il sottotitolo del film, missione comune della coloratissima compagnia è quella di mettersi in salvo dallo scioglimento dei ghiacci.
"Non è stato facile interpretare le battute in italiano - racconta Lee Ryan - sono stato però aiutato dalla passionalità della vostra lingua. Unita alla teatralità del mio personaggio, sempre pronto ad accentuare ogni movimento, sono riuscito poco a poco ad enfatizzarne ulteriormente gli aspetti. Mi ero già confrontato con l'italiano cantando qualche canzone, ma questa è stata un'esperienza totalmente nuova ed appassionante". Il doppiaggio del film ha poi riunito Claudio Bisio e Pino Insegno, a quattro anni dal primo capitolo de L'era glaciale: "Per me che non sono un professionista - dice Bisio, è come affrontare un mondo nuovo. Nel caso del bradipo Sid, che ormai non posso più smettere di amare, all'arduo compito di rispettare il labiale e le espressioni del volto si aggiunge anche la difficoltà della zeppola: non un vezzo inventato da me, ma una caratteristica già presente nell'originale".
Diverso l'approccio di Insegno, già da anni nel mondo del doppiaggio: "Lavorare su un film d'animazione è tremendamente più difficile perché bisogna in tutti i modi cercare di donare l'anima a un personaggio creato in maniera artificiale". All'entusiasmo dei doppiatori si unisce poi anche la moglie Roberta Lanfranchi, sulle prime restia a prendere parte al progetto: "Alla fine mi sono lasciata convincere ripensando a quanto il primo film fosse piaciuto a nostro figlio Matteo. Ero molto tesa, ma il direttore del doppiaggio è riuscito a mettermi sempre a mio agio, lasciandomi anche abbastanza libera. La cosa più difficile è stata confrontarsi con i versi e le urla. Penso di avercela fatta, ma oltre al divertimento c'è stata anche tanta fatica".