“È importante per il futuro dell’umanità che i giovani parlino con gli anziani”, dice Papa Francesco. “L’amore come il gioco deve essere gratuito”. Ancora, la passione di Bergoglio per il tango, “una melodia nostalgica” che incarna “la speranza per il futuro”, e il rapporto con la nonna Rosa, “una donna della pazienza” votata al “silenzio”. La paternità: “Sei padre quando trasmetti te stesso, non se generi. Quella è paternità biologica”. Di nuovo “l’amore, che non può essere concettualizzato”, che è “vicinanza”, e “amare un malato che significa mettersi nei suoi panni”. Infine, il sogno: “Chi non sogna è una persona asettica”.

Il pensiero, anzi, il credo di Bergoglio si travasa in Stories of a Generation con Papa Francesco, la docu-serie Netflix in quattro episodi ispirata a Sharing the Wisdom of Time (La Saggezza del tempo), il libro scritto da Papa Francesco a cura di Antonio Spadaro, edito da Loyola Press (in Italia Marsilio).

Alla Festa del Cinema di Roma la proiezione in anteprima mondiale del primo episodio “Love”, la serie sarà disponibile su Netflix da sabato 25 dicembre.

Firmata da Simona Ercolani, con la consulenza editoriale di Spadaro e prodotta da Stand By Me, è un racconto corale sulla terza età come tesoro da riscoprire, narrato da un punto di vista inedito ed originale: gli occhi delle giovani generazioni. Donne e uomini over 70 provenienti da ogni parte del mondo si raccontano davanti all’obiettivo di filmmaker under 30, per un totale di un anno di riprese e 18 storie provenienti dai cinque continenti.

“Abbiamo incominciato dopo aver letto il libro di Papa Francesco, quindi la pandemia ha trasformato il progetto in urgenza, ne abbiamo parlato con Netflix, volevamo raccogliere le storie delle persone più fragili, gli anziani, mettendole in contatto con i giovani: l’idea di non voler vedere muri, di aprirsi al mondo”, spiega Ercolani.

“Un’occasione per noi irrinunciabile: raccontare storie, completamente diverse, tanti temi. Non un racconto didattico, ma il privilegio raccogliere vite straordinarie”, replica Giovanni Bossetti di Netflix.

I quattro episodi toccano altrettanti temi che accomunano l’essere umano: l’amore, i sogni, la lotta, il lavoro: “Papa Francesco è un personaggio ricorrente, ci sarà un crescendo, altri racconti personali e inediti, prese di posizione. Non svelo altro, passate il Natale con noi, sarà carico di energia, godetevi queste storie”, dice Ercolani.

Aggiunge padre Spadaro: “La proposta è stata accolta generosamente da Francesco, il rapporto intergenerazionale è per lui fondamentale. Ma ha posto una condizione chiara: non doveva essere lui il protagonista, ma inserirsi in un dialogo di storie, mettersi accanto a questi santi della porta accanto, eroi della vita quotidiana. Allorché si è molto rilassato, aperto, ed è andato a braccio. Ci ha concesso in due tempi un’intervista di oltre tre ore”.

Nel primo capitolo, oltre a Papa Francesco troviamo tra gli altri Martin Scorsese, che svela aspetti – e filmini  familiari - inediti e intimi della sua vita attraverso l’intervista girata dalla figlia Francesca Scorsese; Estela Barnes de Carlotto, che dopo aver perso la figlia durante la dittatura dei generali in Argentina e smarrito le tracce del nipote - sottratto alla madre in carcere – ha dato vita al movimento delle Abuelas de Plaza de Mayo; l’etologa inglese Jane Goodall, i cui studi hanno rivoluzionato il modo in cui gli esseri umani si relazionano agli animali; Vito Fiorino, un gelataio di Lampedusa la cui vita cambia per sempre il 3 ottobre del 2013, quando mette in salvo sulla sua piccola barca 47 naufraghi, limitando il bilancio di una delle più spaventose tragedie di migranti nel Mar Mediterraneo con 368 vittime.

“Sono contenta sia Vito a rappresentare l’Italia”, dice Ercolani, perché “è un esempio, una persona che ha salvato 47 vite. Non c’è qui una maniera pietistica, ma attiva: ognuno di noi può fare qualcosa, può trattare il prossimo come essere umano: quello di Vito per i migranti è uno sguardo alla pari, non verso il basso”.

In collegamento alla Festa è intervenuta anche Jane Goodall: “E’ un momento oscuro quello in cui viviamo, molti perdono la speranza, ma se la perdiamo, soprattutto se la perdono i giovani, falliamo. Ci siamo dissociati dal mondo naturale, ma l’ecosistema è un mosaico, una ragnatela in cui tutto è correlato: se una specie si estingue per via dell’azione umana, la ragnatela si sfalda, l’ecosistema crolla”.

Infine, sulla partecipazione di Scosese Ercolani precisa: “La figlia Francesca come giovane filmaker è stata un valore aggiunto, ha lo sguardo della regista e insieme l’intimità. Lui è stato generosissimo, ci ha messo a disposizione i suoi filmini personali, i filmati dei genitori”. Spadaro ripercorre la genesi della collaborazione: “Gliel’ho chiesto a pranzo a New York, ha accettato subito, con un’intenzione: voleva passare la sua esperienza, compreso il fallimento, alle nuove generazioni”.

Se nell’episodio papa Francesco loda Scorsese per la schiettezza e l’affetto nell’affrontare la malattia della moglie, Helen Morris, Spadaro rivela il controcampo privato: “Per Scorsese Francesco è l’unico grande leader mondiale, ascoltabile in tutto il mondo, da chiunque”.

E sulla sua dimensione spirituale: “L’esperienza da chierichetto, il rapporto con padre Principe, il recupero del cattolicesimo, curato dalla moglie, oggi Scorsese è un uomo profondamente spirituale. Lo dice bene il film Silence, che ha voluto fare a ogni costo, pur sapendo che non sarebbe stato un successo. E oggi aver contributo a questa docuserie ribadisce quanto profonda sia la sua radice spirituale”.