“Niccolò Paganini? Il Jimi Hendrix della sua epoca”. Parola di uno che lo conosce bene, benissimo: il collega David Garrett, un altro virtuoso del violino, che spazia dalla classica al crossover, vendendo 2 milioni e mezzo di dischi, entrando nel Guinness dei primati con l'esecuzione più veloce di sempre del Volo del calabrone, finendo in testa alle classifiche dagli Usa e Taiwan alla nativa Germania e, infine, impersonando anima e archetto il nostro Paganini sul grande schermo.
L'occasione? Il violinista del diavolo, diretto da Bernard Rose e dal 27 febbraio nelle nostre sale con Academy Two, dopo l'anteprima nazionale a Genova del 19 febbraio (ore 20.30, Cinema Sivori). Dopo aver esaudito un suo grande sogno, ovvero provare il Cannone del Guarneri del Gesù che Paganini suonò per 40 anni, il giorno seguente Garrett si esibirà con il suo Stradivari al Teatro Carlo Felice, per la settimana paganiniana in programma nel capoluogo ligure: l'alternativa colta al festival di Sanremo? Garrett si schermisce – al festival dei fiori c'è già stato anni fa – e si trincera dietro un diplomatico “la musica è sempre musica”. 33 anni, padre tedesco e madre americana,  ha un nuovo album sugli scaffali, Garrett vs. Paganini, che contiene la colonna sonora del film composta con Franck Van Der Hejden, oltre ad altri pezzi inediti, tra cui un duetto con Andrea Bocelli. Dopo alcune trasposizioni cinematografiche della vita di Paganini affidate a non violinisti – su tutti, Klaus Kinski nel 1989 – il compito di tradurre il virtuoso genovese, viveur, maudit, amante delle donne e colpito dalla sifilide tocca a Garrett, al suo esordio da attore: “Non voglio fare come Mick Jagger o David Bowie, questa esperienza rimarrà unica. Nelle intenzioni avrei dovuto firmare solo la colonna sonora, ma poi abbiamo cambiato idea, perché ci voleva qualcuno che sapesse tenere in mano il violino: non sono Al Pacino, ma Paganini è la sua musica e serviva credibilità”.
Non solo, “Paganini era una specie di rockstar d'altri tempi, e non siamo così diversi: lui riprendeva melodie popolari e applicava delle variazioni, io faccio crossover”. Ma, precisa Garrett, “la musica classica è la mia casa: ogni tanto è bello prendersi una vacanza, così poi quanto torni a casa è ancora più bello”. Soprattutto, con uno Stradivari da 40-50 milioni di dollari sul comodino: “Purtroppo, ci sono musicisti molto bravi che non potranno mai permetterselo”.