Scopri qui tutte le nomination agli Oscar 2022


SORPRESA: il poker di Penélope Cruz

Con una statuetta in bacheca (Vicky Cristina Barcelona) e due candidature nel palmarès (VolverNine), Penélope Cruz se la gioca fino in fondo. E con quattro nomination è una delle attrici non anglosassoni più amate dall'Academy. Per Madres paralelas dello storico sodale Pedro Almodóvar, ha già vinto la Coppa Volpi alla Mostra di Venezia e ha superato una concorrenza agguerrita: sono rimaste fuori, infatti, Jennifer Hudson (Aretha Franklin in Respect) e le newcomers Alaina Haim (Licorice Pizza, solo tre candidature ma di peso) e Rachel Zegler (Golden Globe per West Side Story). Ma soprattutto...

MANCANZA: Lady Gaga

Senza tema di smentita, la star di House of Gucci è la grande assente di questa edizione. Nonostante l'impegno nella promozione del film, il ruolo decisivo che ha avuto nel trainare il box office del periodo, il sostegno della fanbase, Lady Gaga è rimasta fuori dalla cinquina. Scontando, forse ingenerosamente, le acide critiche rivolte al dramma di Ridley Scott (citato solo per il miglior trucco, quasi a volerne sottolineare esclusivamente i valori esteriori).

Penélope Cruz in Madres paralelas


SORPRESA: Lunana tra i film internazionali

Erano tanti i favoriti per un posto nella cinquina dei migliori film internazionali. L'emozionante Scompartimento n. 6? La satira Il capo perfetto? La sci-fi romantica I'm Your Man? Tutti fuori, dentro Lunana: a Yak in the Classroom, oscuro ai più, ma che, per la prima volta, porta il Regno del Bhutan alla notte degli Oscar. L'opera prima di Pawo Choyning Dorji conferma la ciclica tendenza dell'Academy a tirare dal cilindro un outsider che scompiglia i piani (il palestinese Omar nel 2014, il giordano Theeb nel 2016, Shàonián de nǐ da Hong Kong l'anno scorso).

MANCANZA: Un eroe dimenticato

Vincitore di due Oscar per Una separazione (2012) e Il cliente (2017), Ashgar Farhadi manca il triplete con Un eroe, presentato in concorso al 74º Festival di Cannes, dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria, e considerato tra i titoli sicuri per i film internazionali, nonché in lizza anche per altre categorie (regia e sceneggiatura originale). Niente da fare per il maestro iraniano.

Un eroe


SORPRESA: Jesse Plemons trainato da Il potere del cane

Com'era prevedibile, Il potere del cane ha fatto il botto, portando a casa ben 12 nomination. Meno prevedibile la candidatura per Jesse Plemons, considerando pure che il favorito della cinquina è il suo partner in scena Kodi Smit-McPhee. Come accaduto in altri anni (Woody Harrelson sulla scia di Sam Rockweel per Tre manifesti a Ebbing, Lakeith Stanfield rivale del collega poi vincente Daniel Kaluuya in Judas and the Black Messiah), la forza del film traina anche gli interpreti meno esposti nell'Award Season.

MANCANZA: le illusioni di Bradley Cooper

Qualche mese fa La fiera delle illusioni – Nightmare Alley sembrava uno dei film da battere. Una volta uscito, è stato accolto con freddezza ma ha conquistato un'inattesa candidatura per il miglior film. Che però non ha garantito un posto in cinquina al suo protagonista, Bradley Cooper. Che però aveva un Piano B: entrare tra i migliori non protagonisti per Licorice Pizza. Il suo cameo è da antologia ma, nonostante alcuni premi raccolti nell'Award Season, la candidatura all'Oscar è rimasta una suggestione.

Bradley Cooper in the film NIGHTMARE ALLEY. Photo by Kerry Hayes. © 2021 20th Century Studios All Rights Reserved


SORPRESA: sei decadi di Spielberg

Sorpresa Spielberg? Non era così scontato che uno dei più influenti e rilevanti registi della storia del cinema ottenesse un posto in cinquina quest'anno. All’ottava nomination in carriera, è il primo nella storia a conquistare almeno una candidatura in sei decadi: Incontri ravvicinati del terzo tipo (1978), I predatori dell’arca perduta (1982), E.T. l’extra-terrestre (1983), Schindler’s List (1994, prima vittoria), Salvate il soldato Ryan (1998, seconda vittoria), Munich (2006), Lincoln (2013) e ora West Side Story (2022).

MANCANZA: dov'è Denis Villeneuve?

Il secondo film più nominato dell'annata, Dune, è diretto da un regista che non è stato candidato tra i migliori cinque dell'annata. Bizzarro.

Denis Villeneuve - Foto Karen Di Paola


SOPRESA: J.K. Simmons e Judi Dench, ma anche Jessie Buckley

Non erano così prevedibili le candidature per questi due vincitori del passato. Ma è difficile non essere contenti per il veterano Simmons e la mitologica Dench, l'uno perfetto William Frawley in A proposito dei Ricardo (un film su attrici e attori che ottiene candidature solo per l'attrice e l'attore) e l'altra commovente nonna di Belfast. Sorprendente anche la presenza di Jessie Buckley tra le non protagoniste: in La figlia oscura interpreta il personaggio di Olivia Colman da giovane. Una circostanza simile era già capitata due volte: Kate Winslet e Gloria Stuart, rispettivamente Rose giovane e Rose anziana in Titanic nel 1998, e Dench e Winslet in Iris - Un amore vero nel 2001.

MANCANZA: DiCapro e gli altri esclusi, Jared Leto ai Razzie

In ogni categoria i posti sono cinque ma i pretendenti erano tantissimi. Restano fuori a sorpresa, oltre ai citati, anche i protagonisti Leonardo DiCaprio (Don't Look Up) e Peter Dinklage (Cyrano) e i non protagonisti Caitríona Balfe e Jamie Dorman (Belfast), Ben Affleck (The Tender Bar), Ruth Negga (Due donne - Passing), Rita Moreno (West Side Story). E l'imprevedibile Jared Leto di House of Gucci, che però può consolarsi con la nomination al Razzie Award.

Caitríona Balfe e Jamie Dorman in Belfast


SORPRESA: Diane Warren nella storia

Si può parlare di sorpresa per la tredicesima candidatura ottenuta dalla cantautrice americana per la miglior canzone originale? Sì, considerando i rivali. Ma Diane Warren ce l'ha fatta anche quest'anno, grazie alla canzone scritta per il dramma sulla tossicodipendenza Quattro buone giornate. L'anno scorso ha condiviso la sconfitta con Laura Pausini per La vita davanti a sé e anche stavolta non sembra sia la volta buona. E la tredicesima nomination non si trasformerà nella prima vittoria.

MANCANZA: Ariana Grande e Jay-Z

I candidati da battere sono i fratelli Billie Elish e Finneas O'Connell per la soundtrack di No Time to Die, ma in gara ci sono anche Beyoncé per King Richard (molto amato dall'Academy), Lin-Manuel Miranda per Encanto e Van Morrison per Belfast. Parterre eterogeneo, che ha tenuto fuori Jennifer Hudson e Carole King (Respect), gli U2 (Sing 2, snobbato anche tra i film d'animazione), The Sparks (Annette) e soprattutto Ariana Grande (Don't Look Up) e Jay-Z (The Harder They Fall). In un'edizione con due coppie di coniugi in gara (Javier Bardem e Penélope Cruz, Jesse Plemons e Kirsten Dunst), resta fuori il marito di Beyoncé.