"Pensavo di portare sullo schermo il racconto di Atzeni già durante la lavorazione di Sonetaula, consapevole dell'azzardo che la cosa poteva rappresentare, soprattutto dal punto di vista del linguaggio: non esistono dialoghi nel libro, il parlato è tutto riferito in maniera diretta al lettore, non c'è punteggiatura. Ma è il tono del racconto la chiave su cui alla fine mi sono soffermato per realizzare il film". Così Salvatore Mereu illustra la genesi del suo nuovo lavoro, Bellas mariposas, tratto come detto dall'omonimo racconto postumo di Atzeni, oggi in Mostra nella sezione Orizzonti: "Il film è girato e ambientato nel quartiere popolare Sant'Elia di Cagliari, dove due anni fa mi trasferii per realizzare Tajabone - ricorda ancora Mereu - e dove ho incominciato a conoscere quel mondo, cercando di entrarne dentro, farne parte, sfruttando l'esperienza del film per provare a farmi accettare da una comunità un po' restia all'accettazione di sguardi esterni". Il film, così come il racconto di Atzeni, è incentrato sull'undicenne Cate (Sara Podda), tanti fratelli e un padre pezzemmerda: vorrebbe fuggire dal quartiere, sogna di fare la cantante e sa che non finirà come la sorella Mandarina (rimasta incinta a 13 anni) o come Samantha, la ragazza "facile" del condominio. Cate ama Gigi, un vicino di casa, che però oggi, 3 agosto, rischia di morire per mano di Tonio, un altro fratello della ragazza. Ma oggi è anche il giorno più lungo per lei e l'amica del cuore Luna (Maya Mulas): dal quartiere al mare, poi un gelato (e tanti altri) al centro, poi il ritorno a casa, e la serata che cambierà tutto, forse per sempre: quando dal nulla, nel quartiere, compare la Coga Aleni (Micaela Ramazzotti), maga che legge il futuro, nella loro vita si apre un nuovo scenario.
"La vera forza del racconto di Atzeni è proprio quella del linguaggio, con Cate che si rivolge direttamente al lettore, passando molte volte di palo in frasca - dice ancora il regista -. Farlo nel film era un'insidia, specialmente se affidi questo compito ad un attore non professionista". Come le due protagoniste di Bellas mariposas: "Abbiamo fatto dei provini a scuola e poi abbiamo affrontato la lavorazione del film come se si trattasse di uno spettacolo da portare in scena. Dovevo creare con loro una complicità molto forte e la scelta determinante è stata anche quella di stabilire un piano di lavorazione cronologico per le riprese: in questo modo hanno scoperto il film poco a poco eanche loro, come i due personaggi del film, sono diventate davvero amiche", racconta Mereu. Che ha prodotto il film insieme alla moglie con la loro Viacolvento, in collaborazione con Rai Cinema e con la Regione Autonoma della Sardegna, l'Istituto Superiore Etnografico della Sardegna, con il sostegno della Sardegna Film Commission: "Sono in corso delle trattative, spiega il regista, ma ancora non abbiamo una distribuzione. Spiace dirlo, ma da qualche anno a questa parte mi sembra si sia ancor più assottigliato lo spazio nelle sale per questo tipo di film".