Oliver Stone arriva in Piazza Maggiore a Bologna per presentare il nuovo restauro del suo film The Doors, realizzato nel 1991, e oggi tornato a risplendere grazie a un lavoro nato dalla collaborazione tra il laboratorio L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna e StudioCanal.

Oliver Stone sarà in Piazza Maggiore a Bologna domenica 7 luglio, alle ore 21.45, nell’ambito del cartellone estivo promosso dalla Cineteca di Bologna, Sotto le stelle del cinema.

Ma già dalla sera precedente, quella di sabato 6 luglio, si apre l’omaggio a Oliver Stone, con la proiezione, sempre in Piazza Maggiore alle ore 21.45, di un altro (ormai) classico, diretto nel 1987 da regista newyorkese, Wall Street.

Sotto le stelle del cinema

Sabato 6 luglio, ore 21.45, Piazza Maggiore

Serata promossa da Bonfiglioli riduttori

WALL STREET (USA/1987) di Oliver Stone (126')

Regia: Oliver Stone. Sceneggiatura: Stanley Weiser, Oliver Stone. Fotografia: Robert Richardson. Montaggio: Claire Simpson. Scenografia: Stephen Hendrickson. Musica: Stewart Copeland. Interpreti: Michael Douglas (Gordon Gekko), Charlie Sheen (Bud Fox), Daryl Hannah (Darien Taylor), Martin Sheen (Carl Fox), Hal Holbrook (Lou Mannheim), Sean Young (Kate Gekko), John C. McGinley (Marvin), Saul Rubinek (Harold Salt). Produzione: Edward R. Pressman per Twentieth Century Fox Film Corporation, American Entertainment Partners L.P. Durata: 121' Versione originale con sottotitoli in italiano

Ho preso spunto da numerosi successi e fallimenti di Wall Street per rendere più autentico il look del film. Inoltre, mio padre ha lavorato a Wall Street per gran parte della sua vita e mi ha fatto conoscere molte persone che avevano come loro sistema di valori, e unico credo, l’avidità. Ricordo ancora vividamente gli uffici ammuffiti senza luce in fondo alla Wall Street degli anni Cinquanta. Abbiamo parlato con i criminali che sono stati arrestati, con i procuratori della SEC (l’ente federale statunitense che vigila sulla borsa valori), praticamente con chiunque avesse una storia e fosse disposto a raccontarcela. Diversi critici di Wall Street si sono lamentati del suo moralismo bianco-nero. Alcuni lo hanno visto come un attacco a Wall Street. Ma semmai, alla luce delle reazioni suscitate nel corso degli anni, mi sembra che sia vero il contrario. Gordon Gekko (Michael Douglas) risulta essere, perversamente, il personaggio più seducente della storia. Nello stesso modo in cui anni dopo Mickey e Mallory emergono dal calderone di Assassini nati o, anni prima, Al Pacino in Scarface, Gordon Gekko diviene un diavolo tentatore, un Mefistofele degli anni Ottanta. E nonostante tutto è stato un eroe per tanti giovani di questo e di quel periodo di crisi. In ogni parte del mondo la gente continua a venire da me, esclamando: “Grande film! Ho adorato Gordon Gekko!”. Se è stato dipinto in maniera così negativa, come mai alla gente è piaciuto tanto e Michael Douglas ha vinto un Oscar come miglior attore nel 1987? Questo sarebbe dunque un ritratto “bianco e nero”? È significativo che il suo discorso “Greed is good” sia citato spesso, dal momento che, sotto molti aspetti, rappresenta un punto di vista vicino al sentire comune. A volte le cose che sono più pericolose per noi sono anche le più seducenti, esattamente come per Charlie Sheen nel film.

(Oliver Stone)

Domenica 7 luglio, ore 21.45, Piazza Maggiore

Serata promossa da Unipol Banca

THE DOORS (USA/1991) di Oliver Stone (140’)

Introduce Oliver Stone

Regia: Oliver Stone. Sceneggiatura: Randall Jahnson, Oliver Stone. Fotografia: Robert Richardson. Montaggio: David Brenner, Joe Hutshing. Scenografia: Barbara Ling. Musica: The Doors. Interperti: Val Kilmer (Jim Morrison), Meg Ryan (Pamela Courson), Kyle MacLachlan (Ray Manzarek), Frank Whaley (Robby Krieger), Kevin Dillon (John Densmore), Michael Wincott (Paul Rothchild), Michael Madsen (Tom Baker), Josh Evans (Bill Siddons), Kathleen Quinlan (Patricia Kennealy), Billy Idol (Cat). Produzione: Bill Graham, Sasha Harari, A. Kitman Ho per Carolco, Bill Graham Films, Imagine Entertainment. Durata: 140'

Versione originale con sottotitoli in italiano

Jim Morrison per me è più di un musicista di talento. È una figura culturale dionisiaca, un’icona, un poeta, un formidabile poeta. Penso sia stato frainteso. Quel che è interessante del film, a ben vedere, è che fornisce una cronologia. Le canzoni appaiono in ordine cronologico e cambiano nel corso della breve ma intensa carriera di Morrison. Le canzoni rappresentano il suo stato d’animo dominante in ciascun capitolo. La sceneggiatura di The Doors è stata sempre problematica, anche mentre lo stavamo girando, ma la musica ha contribuito a darle unità. L’ho riscritta nell’estate del 1989 a Santa Barbara, più come un poema sinfonico che come una normale sceneggiatura. Il concetto era che il filo esistenziale di Morrison è sempre stato presente nei suoi testi. Ho scelto le canzoni adatte e ho composto ciascuna parte del film in modo che il suo stato d’animo fosse in sintonia con la canzone. Era una specie di musical; tanto che ho deciso di girarlo al posto di Evita, lungamente progettato. Le motivazioni dei personaggi per qualcuno erano opache, per altri erano più chiare. Io mi sono affidato ai testi per raccontare la sua storia. Ho cercato di non infilare le mie razionalizzazioni tra noi e le canzoni, di non cercare motivazioni a tutti i costi. Morrison, che non fu mai completamente una figura di massa e non ebbe mai la fama di un Elvis, si considerava uno sciamano: ascoltava uno stato interiore che elaborava in forma poetica per la tribù. Uno sciamano deve essere in contatto con la terra, con il cielo, con le forze divine. Ma Jim, smussando la propria intensità, si vedeva anche come un clown; la maggior parte dei testimoni ne ricorda la dolcezza, l’intelligenza e naturalmente il talento. Eppure pochi capiscono quanto abbia veramente realizzato nella sua breve vita. Preferisco pensarlo come un santo stolto, un bastian contrario nella nostra tribù. Lunga vita a quelli come lui. Jim Morrison era un uomo che aveva intrapreso una ricerca solenne, incorniciata dalla morte. Per lui il successo della rockstar non sarebbe mai stato sufficiente. Era un mutante, il dio di se stesso, alla ricerca dei propri sogni e in fuga dalle proprie furie. Ha compiuto la sua missione nel mondo.

(Oliver Stone)